La Piramide Cestia

Piramide Cestia

Eretta tra il 18 e il 12 a.C. come sepolcro per Gaio Cestio Epulone, membro dei septemviri epulones, uno dei quattro più importanti collegi religiosi della Roma antica, la Piramide Cestia rappresenta l’influenza di stile egizio che caratterizzò il mondo romano anche nelle costruzioni funerarie.

Probabilmente, questa particolare moda, fu dovuta al fatto che l’Egitto era da pochi anni divenuto provincia romana (30 a.C.), e ciò comportò un interesse particolare verso la cultura egizia. L’opera poggia su una base quadrata, con un lato di 30 metri, ed una altezza di circa 37 metri. Costituita prevalentemente da calcestruzzo, rivestito all’esterno con lastre di marmo, è oggi sita nei pressi di Porta San Paolo e il cimitero acattolico. La piramide è un esempio di costruzione lampo: una lastra sul lato est ricorda che fu realizzata in meno di 330 giorni, termine che proprio Gaio Cestio impose espressamente nel suo testamento agli eredi, i quali avrebbero perso l’ingente eredità nel caso in cui non avessero rispettato i tempi di costruzione.

Piazzale Ostiense Piramide porta san Paolo.jpg

Di Sergio D’Afflitto, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=81719595

Per secoli il sepolcro rimase isolato, a dominare con la sua massiccia mole l’antica Via Ostiensis: era circondato da un recinto in blocchi di tufo e presentava 4 colonne agli angoli e due ritratti scultorei del defunto ai lati della porta. Verso la fine del III secolo, la piramide fu inglobata nelle Mura Aureliane, delle quali divenne un bastione. Ciò comportò la salvezza del monumento dalle frequenti espoliazioni dei marmi che subirono molte strutture romane nei secoli. La doppia iscrizione posta sui lati est e ovest della costruzione recita: “C(aius) CESTIUS L(uci) F(ilius) EPULO, POB(lilia tribu), PRAETOR, TRIBUNUS PLEBIS, (septem)VIR EPULORUM” (Caio Cestio, figlio di Lucio, della tribù Poblilia, pretore, tribuno della plebe, settemviro degli epuloni”).

Durante il Medioevo, la Piramide Cestia fu erroneamente identificata come la Meta Remi, la tomba di Remo, fratello gemello di Romolo, in relazione con un’altra piramide indicata come meta Romuli, simile nell’aspetto ed esistente sino al XVI secolo, quando fu demolita da papa Alessandro VI per la costruzione di una nuova strada. Un primo consistente restauro fu ordinato da papa Alessandro VII nel 1663, nel corso del quale furono trovati i basamenti delle due statue dedicate a Cestio e scavata un’apertura che scoprì la camera sepolcrale, purtroppo già ripulita dai tombaroli. L’ambiente interno è ricoperto da volte a botte ed affrescato con figure femminili e pitture ornamentali, ormai quasi cancellate dal tempo.

Foto anteprima: Di Rabax63 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=74789561

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