Mausoleo di Santa Costanza

Mausoleo di Santa Costanza

Il Mausoleo di Costantina, meglio conosciuto come Mausoleo di Santa Costanza, è un capolavoro dell’architettura tardo-antica, situato a Roma presso l’area monumentale di Sant’Agnese fuori le mura, sull’odierna via Nomentana.

La sua costruzione, avvenuta molto probabilmente tra il 340 e il 345, fu voluta da Costantina, figlia dell’imperatore Costantino I, come proprio sepolcro monumentale, trovando la sua collocazione accanto la basilica costantiniana, nei pressi della catacomba che ospitava le spoglie di Sant’Agnese, della quale Costantina era devota. L’edificio fu chiamato “di Santa Costanza” nel periodo in cui si crearono molte confusioni riguardo alla venerazione di Costantina come santa.

Opera di straordinaria bellezza, grazie ai suoi meravigliosi mosaici e alla fantasia architettonica, il Mausoleo costituisce uno dei primi esempi di come gli edifici di epoca paleocristiana continuarono ad utilizzare i temi architettonici pagani, come la basilica costantiniana al cui fianco sinistro era connesso.

Esso è costituito da una pianta centrale, coperta da una cupola di 22,50 m di diametro, circondata da un deambulatorio coperto da una volta a botte; 12 coppie di colonne con capitello composito, disposte ad anello, separano i due spazi e 12 grandi aperture a finestra illuminano il corpo centrale. All’esterno del deambulatorio correva un altro anello, oggi non più visibile. La spessa parete esterna è scandita da nicchie verso il deambulatorio, una delle quali ospitava il raffinato sarcofago in porfido rosso di Costantina, decorato con motivi cristiani, oggi conservato ai Musei Vaticani. Molti studiosi affermano che probabilmente nel mausoleo fu sepolta anche l’altra figlia di Costantino, Elena.

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Quando il mausoleo fu trasformato in battistero, all’esterno fu realizzato un corto atrio, costituito da absidi sui due lati, che precede la chiesa vera e propria. All’interno sono ancora visibili i basamenti di un fonte battesimale. Le pareti del tamburo erano decorate con tarsie di marmi preziosi delle quali abbiamo alcune testimonianze in illustrazioni del XVI secolo. Nel 1254, per ordine di papa Alessandro IV, divenne ufficialmente chiesa. Nei secoli, soprattutto nel Rinascimento, fu oggetto di grande attenzione e studio da parte di moltissimi architetti, anche grazie ai suoi pregevoli elementi decorativi e al suo stato di conservazione, anche se per molto tempo l’edificio fu erroneamente identificato come tempio di Bacco a causa delle scene di vendemmia presenti nei mosaici.

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Di Pitichinaccio – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3776433

I mosaici di Santa Costanza, i più antichi mosaici monumentali cristiani sopravvissuti a Roma, sono uno straordinario esempio dell’eredità artistica tardo romana da cui nacque l’arte paleocristiana, che rappresentano la fase di transizione. Essi presentano motivi geometrici e scene naturalistiche, come frutti, pavoni, colombe e scene di vendemmia che portarono all’errata attribuzione a Bacco, oltre a mosaici di tipo “emblemata” con figure femminili tra le quali probabilmente la stessa Costantina. I mosaici che in origine ricoprivano la cupola andarono perduti definitivamente intorno al 1620 a causa del pessimo stato di conservazione. Di essi resta una sola testimonianza in un disegno del miniaturista portoghese Francisco de Hollanda. Vi troviamo inoltre mosaici a tema iconografico tipico dell’arte paleocristiana, quali le scene di Traditio legis e Traditio clavium. Oggi il complesso monumentale è visitabile e raggiungibile con la metropolitana dalla fermata Sant’Agnese-Annibaliano.


Foto anteprima: https://www.tgtourism.tv/wp-content/uploads/2017/11/santacostanza-800×445.jpg

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