Tempio della Pace torna alla luce

Roma, via dei Fori Imperiali. Sono in corso da quattro mesi le operazioni che porteranno all’innalzamento di sette colonne che formavano il colonnato del lato ovest dei Giardini del Tempio della Pace inaugurato dall’Imperatore Vespasiano nel 75 d.C.

Si tratta del riposizionamento delle colonne usando parte delle stesse ritrovate in situ con integrazioni: un procedimento chiamato anastilosi. L’operazione rientra nell’ottica della nuova strategia voluta dal Ministero dei Beni Culturali che vede nella valorizzazione e nell’innovazione tecnologica le nuove direttive per la gestione del patrimonio artistico e archeologico del Paese. La stessa tecnica interesserà altre colonne della Basilica Ulpia nell’ambito del progetto di eliminazione di Via Alessandrina per la creazione di un’unica area archeologica che ricostituirà il complesso sia del Foro e dei Mercati di Traiano nella sua globalità.

 tempiopacermL’anastilosi venne dichiarata la migliore tecnica di ricostruzione dei monumenti nella “Carta del Restauro” varata ad Atene nel 1931. La caratteristica di utilizzare essenzialmente elementi architettonici originali e di ricomporli come un vero e proprio puzzle grazie a delle minime integrazioni “neutre” ha portato alla riedificazione di importanti monumenti, soprattutto dell’antichità. In sostanza, prima di allora, regnava il concetto del “sublime spettacolo” che dà la visione del rudere, considerato esteticamente più significativo della dissoluzione dell’architettura: in sostanza il rudere era superiore all’opera stessa nel suo stato originale. Con la “Carta del restauro” tutto questo cambia e la stessa concezione del Bene archeologico e/o architettonico viene rivoluzionata: si afferma la necessità di un recupero  del monumento nella sua “forma primitiva”.

Negli anni l’anastilosi ha consentito non solo di ridare forma e “vita” a importanti monumenti antichi, come ad esempio il Partenone di Atene o lo Scenario (Skenè) del Teatro di Merida in Spagna, ma ha permesso anche di ricostruire edifici storici crollati a seguito di terremoti devastanti, come il Duomo di Venzone e quello di Gemona distrutti dal terremoto del Friuli del 1976.

Templum Pacis Pannello 20121018_01_flatL’innovazione tecnologica, che ora rende possibili mappature sempre più dettagliate e funzionali dei frammenti, consente ricostruzioni sempre più  precise e non solo a livello virtuale. Basti solo immaginare cosa potrebbe significare per il territorio la ricostruzione dei templi di Selinunte, tra i più colossali di tutto il Mediterraneo e ora ridotti a cumuli di rocchi di colonne. Potrebbe rinascere una valle dei templi che attirerebbe turisti da tutto il mondo con evidenti e benefiche ricadute economiche.

Alessandro Pirrone
Archeologo, Associazione culturale Suadela


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