Vita e morte nelle Catacombe

Catacombe

Le catacombe sono i più noti luoghi cimiteriali creati dalle prime comunità cristiane. Si tratta di lunghe e strette gallerie sotterranee, che si intersecano costituendo una rete intricata e si articolano su più livelli, raggiungendo talvolta ragguardevoli profondità. Nelle pareti, da terra al soffitto, sono scavati loculi orizzontali, cioè tombe riservate ad accogliere i corpi dei fedeli. Nelle catacombe più visitate i loculi oggi sono quasi tutti aperti e privi di urna; tuttavia in origine erano sigillati da mattoni, tegole, blocchetti di pietra o lastre di marmo. Questi camposanti sotterranei sono molteplici soprattutto a Roma, sebbene ne siano state trovate anche in altre regioni italiane e in altre province sul territorio dell’impero.

Le catacombe vennero costruite a partire dalla seconda metà del II secolo, quando i cristiani iniziarono a mettere da parte l’abitudine di seppellire i loro defunti assieme ai componenti di altri culti, in cimiteri a cielo aperto. Operai specializzati, i fossores (scavatori), si occupavano delle attività di scavo delle gallerie e di sepoltura dei defunti. Era consuetudine incidere o dipingere sulla chiusura del loculo il nome del defunto; non poche sono le tombe rimaste anonime. In prossimità dell’apertura del loculo venivano fissati piccoli oggetti, come lucerne, ampolle, monete, statuine, conchiglie. Lo scopo della presenza di questi oggetti era in primis per riconoscere il loculo, poi come manifestazioni di affetto per il defunto. Tutto intorno, una sorta di corredo funebre, oggettistica utile al defunto nella vita ultraterrena (come ad esempio, l’usanza pagana di lasciare al morto una moneta per pagare Caronte, il traghettatore di anime verso l’aldilà).

Le catacombe costituivano un’ottima protezione per i corpi, fondamentale per i cristiani, i quali credevano che la morte fosse un lungo sonno in attesa della resurrezione. Inoltre consentivano ai fedeli di visitare le tombe dei parenti. Erano frequentate anche come luogo di preghiera presso i sepolcri dei martiri, riconoscibili da un aspetto più monumentale e da decorazioni. I loculi dei fedeli erano più o meno tutti simili; ciò era dovuto al fatto che i primi cristiani erano restii a dare sfoggio nelle tombe della ricchezza e professione dei defunti.

Essere seppelliti accanto ai corpi dei martiri era cosa ambita, allo scopo di essere protetti dalla loro santità anche dopo la morte; per questa ragione cunicoli e loculi si infittivano vicino alle tombe dei martiri più venerati. L’usanza della sepoltura in gallerie sotterranee fu progressivamente abbandonata nel corso del V secolo, e le catacombe divennero un luogo di culto e pellegrinaggio ai sepolcri. Pian piano i corpi dei martiri vennero però trasferiti nelle chiese cittadine, e gli antichi cimiteri persero ogni motivo di attrazione. Già prima dell’anno 1000 i frequenti crolli, a causa di terremoti e assenza di manutenzione, avevano sepolto le scale di accesso, causando la dissoluzione di questi luoghi anche nei ricordi. Quando in età moderna le catacombe vennero riportate alla luce, intorno ad esse fiorirono varie storie e leggende. La più comune, del tutto infondata ma nei secoli tramandata, vuole che le gallerie sotterranee siano servite come rifugio dei cristiani per scampare alle persecuzioni. Ma le catacombe in realtà erano luoghi ben noti alle autorità sin dai primi anni e probabilmente si sarebbero trasformati in trappole mortali per chi avesse voluto rifugiarvi.

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