13 giugno – Quinquatrus Minusculae

Minusculae Quinquatrus

Dopo che a Marzo l’hanno omaggiata i poeti e i gladiatori, durante il periodo Minervale dei Quinquatria, il 13 Giugno toccava ai flautisti onorare Minerva. Questo era un giorno festivo per la corporazione dei tibicines, i suonatori di flauto, la cui patrona era Minerva. Seguivano altri 2 giorni di festeggiamenti in cui i suonatori di flauto giravano per la città indossando una maschera e lunghe vesti femminili, suonando il flauto e recitando versi osceni. La festa terminava nel tempio di Minerva.

Tuttavia, sembra che i musicisti consumassero un banchetto fin troppo licenzioso nel tempio di Giove Capitolino, e alcuni censori, tra i quali Appio Claudio Cieco, cercarono di vietarglielo. Per questo motivo, sentendosi oltraggiati, i flautisti decisero di lasciare Roma e rifugiarsi a Tivoli, impedendo così di eseguire i riti sacrificali ai propri concittadini. Tito Livio racconta che gli ambasciatori inviati dal Senato non riuscirono a farli tornare, perciò i cittadini di Tivoli li invitarono a un banchetto, li fecero ubriacare e li riportarono a Roma caricati su dei carri. Rientrati in città, i musicisti ottennero quello che volevano: il Senato concesse loro di poter allestire il banchetto licenzioso dentro il tempio di Giove sul Campidoglio.

I Quinquatria (di Marzo e di Giugno) erano le festività più importanti del calendario romano in onore di Minerva. Ella era associata all’etrusca Mnerva o Menerva come divinità protettrice delle attività artigianali, e alla greca Atena con maggiori prerogative. Nella mitologia greco-romana, Atena era figlia di Zeus e Metide (“il saggio consiglio”), nata già armata direttamente dalla testa del padre, dopo che lui aveva inghiottito la sua compagna per tenere a sé i suoi preziosi suggerimenti.

Atena/Minerva era la dea vergine della saggezza, dei commerci, dei mestieri e delle arti (musica, tessitura, filatura, oreficeria, ceramica, ecc.). Il mito la presenta come l’inventrice del carro da guerra, della tromba e del flauto. Tutto ciò che prevedeva l’uso del pensiero era sotto la sua tutela, tanto che sembra quasi una personificazione del potere del buon senso, espresso in modi di dire come “crassa Minerva” (“di semplice e naturale buon senso”, Orazio, Satire, II, 2, 3) e “pingui Minerva” (“col semplice buon senso”, Cicerone, De amicitia, 19). Tra le sue prerogative rientravano l’amministrazione della giustizia e la garanzia dell’ordine legislativo, che secondo il mito le fecero inventare l’Areopago (istituzione ateniese: il consiglio delle magistrature statali presieduto dal re durante la monarchia, l’assemblea degli anziani quando venne istituita la democrazia, con la funzione di custodire le leggi e di giudicare nelle cause sul delitto di sangue). Tutte queste caratteristiche la fecero entrare di diritto nella Triade Capitolina, insieme a Giove e Giunone, il cui luogo di culto veniva replicato in ogni città e colonia quale sacrario e simbolo dell’identità romana.

Minerva era anche colei che guidava prudente i soldati in battaglia, conducendoli alla vittoria, tanto da essere nota anche con l’epiteto di Victoria. La sua importanza nell’ambito militare veniva manifestata soprattutto nella sua iconografia: la dea veniva raffigurata con elmo e armata di egida (una sorta di cotta di pelle di capra che suscitava terrore, decorata col volto di una gorgone), lancia e scudo.

Il tempio più importante di Roma dedicato a Minerva si trovava sull’Aventino, consacratole il 19 Giugno e del quale resta qualche traccia topografica sulla Forma Urbis Severiana. Il santuario era il fulcro culturale per diverse corporazioni, soprattutto quelle degli scrittori e degli attori, già dal III secolo a.C.

Tra gli oggetti sacri collegati alla dea va ricordato il Palladio: una statuetta che raffigurava Pallante, figlia del dio fluviale Tritone e amica di Atena che, secondo il mito, ella creò dopo averla accidentalmente uccisa. Quest’oggetto era custodito nel tempio di Vesta poiché a Roma era considerato una delle reliquie più sacre e importanti (pignora imperii).

Minusculae Quinquatrus

Statua di Minerva ritrovata nei pressi della Basilica di Santa Maria Sopra Minerva, Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps (foto di A. Patti).

Antonietta Patti
Archeologa


BIBLIOGRAFIA

  • A. Ferrari, Dizionario di Mitologia, UTET, Novara 2015;
  • P. Ovidio Nasone, Fasti, libro VI;
  • Tito Livio, Ab Urbe Condita, libro IX, 30;
  • Plutarco, Moralia, Quaestiones Romanae, 55;
  • Plutarco, Βίοι Παράλληλοι (Vite parallele), Marco Furio Camillo.
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