30 luglio – Fortunae Huiusce Diei in Campo

30 luglio - Fortunae Huiusce Diei in Campo

Celebrazioni del Trionfo di Fortuna Huiusce Diei (“Fortuna del giorno presente”) avvenivano in questo giorno, nell’anniversario della battaglia dei Campi Raudi, del 101 a.C., e della dedica del suo tempio. Quest’ultimo era forse situato nell’area sacra di Largo di Torre Argentina, probabilmente corrisponde alla tholos nota oggi come tempio B.

Il tempio venne edificato per volere di Quinto Lutazio Catulo, sia come voto alla dea, invocata per vincere la battaglia sopracitata, ma anche come forma di auto-celebrazione, data la sua competizione con il collega console Gaio Mario. Su un podio rivestito con lastre e modanature in tufo e con ampia scalinata, il vano circolare è composto da pareti in opera cementizia rivestita da opus incertum (realizzata con blocchi di diverse dimensioni ma con facce combacianti), e circondato da un colonnato corinzio, i cui fusti sono in tufo, mentre le basi e i capitelli in travertino. Nel tempio si trovavano molte opere d’arte di pregevole fattura, come una statua di Atena/Minerva realizzata da Fidia, portata a Roma da un Emilio Paolo, che la consacrò a Fortuna.

Nell’area sono stati trovati i resti di una statua colossale che probabilmente ritraeva la dea, oggi esposti alla Centrale Montemartini. La testa, le braccia e i piedi sono di marmo pario, mentre il drappeggio era forse di bronzo; probabilmente tra le braccia teneva una cornucopia, tipico attributo di Fortuna.

Fortuna era considerata la dea che direzionava le vicende del mondo e la rappresentazione dell’incertezza della sorte umana. Veniva anche vista come simbolo di ricchezza e abbondanza, che nel mondo greco trovava il suo corrispettivo nella Tyche.

La Fortuna del Giorno Presente veniva apprezzata da alcuni come una divinità dispensatrice di buona fortuna nelle azioni quotidiane, garante della felicità nella vita umana. Da altri era vista come una dea misteriosa, da invocare con umiltà per ottenerne la forza, quando quella umana si rivelava o si temeva che fosse insufficiente per affrontare una prova.

Testa della statua attribuita a Fortuna, ritrovata nell’area sacra di Largo Torre Argentina, Centrale Montemartini, Roma . By Skopas Minor – F l a n k e r, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15927954

Antonietta Patti
Archeologa


BIBLIOGRAFIA

  • A. Ferrari, Dizionario di Mitologia, UTET, Novara 2015;
  • Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, vol. XXXIV, 54;
  • Plutarco, Βίοι Παράλληλοι (Vite parallele), Gaio Mario, XXVI.
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