Vita e morte a Ercolano

Indagine sui resti dell’antica città di Ercolano, seppellita sotto una coltre di ceneri, lapilli e fango durante la catastrofica eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Pompei e a buona parte delle città dell’area vesuviana.
La città fu un prestigioso luogo residenziale per l’aristocrazia romana dell’epoca e con il tribuno Marco Nonio Balbo, autorità di spicco del luogo, visse il suo periodo di massima ricchezza. Egli rese possibile un salto di qualità alla città e fece costruire nuovi edifici che la resero molto elegante. Ercolano, già colpita dal terremoto del 62, fu completamente sepolta nella catastrofica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. sotto una coltre di fango e materiali piroclastici, alta fino a venticinque metri: la solidificazione dello strato formò un livello di materiali vulcanici compatti che protesse i resti della città per molti secoli.
Dimenticata per secoli, il suo ritrovamento avvenne per caso nel 1709, quando un contadino di nome Ambrogio Nocerino, nell’ambito dello scavo di ampliamento di un pozzo per l’irrigazione del suo orto, nei pressi della chiesa di San Giacomo e del bosco dei frati alcantarini, trovò alcuni pezzi di marmo pregiato.
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