La notizia dell’arresto di una giovane coppia di fidanzati, lei appena diciottenne all’epoca dei fatti, lui di 24, per aver truffato ben 37 anziani a Roma, non è solo un caso di cronaca nera, ma uno spaccato amaro sulla rapidità e il cinismo con cui la criminalità si evolve. Questi due giovani, residenti a Casalnuovo di Napoli, hanno trasformato la fiducia e la preoccupazione dei nonni in un lucroso business, accumulando un bottino stimato in circa 800mila euro in soli quattro mesi (tra febbraio e maggio 2023). La loro arma non era la violenza fisica, ma l’inganno emotivo, sfruttando il legame sacro tra nonni e nipoti.
La trasferta del raggiro
Il loro modus operandi era un esempio di logistica criminale ben rodata: partivano dall’hinterland napoletano e raggiungevano la Capitale a bordo di auto a noleggio. L’uso di utilitarie affittate era una mossa astuta per eludere i controlli ai caselli autostradali e confondersi nel traffico romano. Una volta a Roma, il diabolico duo visitava quartieri molto diversi tra loro, da quelli borghesi come i Parioli a quelli popolari come Tor Bella Monaca, dimostrando una strategia mirata e capillare. La loro attività criminale non era un’azione isolata, ma una vera e propria campagna di raggiro pianificata nei minimi dettagli.

Il teatro della disperazione
Le truffe messe in atto rientravano nei “classici” che sfruttano l’ansia e il senso di colpa degli anziani: il finto nipote in pericolo, il pacco postale da pagare urgentemente o l’incidente a un parente che richiede un risarcimento immediato per evitare guai giudiziari. Dietro la cornetta, una voce tremante e disperata recitava una parte, stabilendo un ponte di fiducia che l’anziano non poteva non attraversare. Dopo la telefonata emotiva, entrava in scena il complice – il fidanzato o la ragazza – che si presentava come “incaricato” o “corriere” delegato a ritirare l’oro, i preziosi e i contanti. Era un teatro in miniatura in cui l’attore principale, l’anziano, recitava la parte della vittima premurosa.
Senza scrupoli fino alla fede
Il caso specifico di una donna di Tor Bella Monaca svela l’estrema mancanza di scrupoli della coppia. Dopo averle fatto consegnare i suoi averi, il 26enne (oggi) tornò indietro, paventando che la somma non fosse sufficiente per salvare il nipote inesistente, e si fece consegnare persino la fede nuziale della donna. Questo oggetto, simbolo di una vita intera di matrimonio e affetti, è l’emblema del valore non solo materiale, ma sentimentale, che questi truffatori hanno rubato. La loro giovane età amplifica il senso di tradimento sociale: invece di costruire il loro futuro con onestà, hanno scelto di demolire la sicurezza emotiva ed economica di persone indifese.






