La notte tra domenica e lunedì a Selva Candida, nel quadrante occidentale di Roma, è stata interrotta da una serie di esplosioni, rumori che hanno lasciato presto spazio all’allarme e al dramma. La causa non è stata una fatalità esterna, ma l’incidente occorso a un uomo di 51 anni, cittadino romano e residente in zona, che stava facendo esplodere petardi in strada. Il gesto, apparentemente una “bravata” o una manifestazione di spensieratezza fuori stagione, è costato carissimo: l’uomo ha perso due dita di una mano a causa della deflagrazione. Questo episodio si trasforma subito in un monito severo e brutale sulla potenza distruttiva degli esplosivi, anche quelli considerati di libera vendita, e sulla responsabilità individuale di fronte a oggetti intrinsecamente pericolosi.
Il fragore nel silenzio e l’intervento d’urgenza
Le prime richieste d’intervento al 112 parlavano genericamente di “esplosioni” ravvicinate in Via di Selva Candida, un elemento che sottolinea quanto la potenza del petardo fosse tale da allarmare i residenti nel cuore della notte. All’arrivo della volante del distretto Primavalle di polizia, la scena è cambiata da un potenziale disturbo della quiete a una grave emergenza sanitaria. Gli agenti hanno trovato l’uomo con una copiosa fuoriuscita di sangue dalla mano, una chiara indicazione della violenza dell’impatto. Il 51enne è stato immediatamente affidato alle cure del personale del 118 e trasportato d’urgenza in codice rosso all’ospedale CTO Andrea Alesini, centro specializzato per i traumi. La rapidità con cui si è passati dal “gioco” all’intervento chirurgico è un richiamo alla realtà: gli esplosivi non sono mai un gioco innocuo.

La potenza del “magnum” e il paradosso dell’autolesionismo
Un dettaglio inquietante emerso dalle indagini della polizia è il tipo di ordigni utilizzati: petardi di tipo Magnum. Questo tipo di petardo non è un banale “botto”, ma un dispositivo con una carica esplosiva significativa, in grado di causare danni gravissimi a contatto ravvicinato. Il fatto che un uomo di 51 anni, presumibilmente maturo e consapevole dei rischi, stesse maneggiando petardi di questa potenza in strada, nel cuore della notte, aggiunge un elemento di mistero al dramma. Agli agenti, infatti, l’uomo non ha saputo fornire una motivazione plausibile per le sue azioni. Questa mancanza di spiegazione solleva interrogativi non solo sulla sicurezza, ma sul senso di irresponsabilità che a volte spinge gli individui a rischiare la propria incolumità fisica per un’effimera esplosione. Si tratta di un drammatico caso di autolesionismo non intenzionale, il cui costo è una menomazione permanente.
La tragedia come monito fuori stagione
Generalmente, incidenti così gravi legati ai petardi e ai fuochi d’artificio riempiono le cronache durante le notti di Capodanno, quando la confusione e l’alcol contribuiscono all’aumento dei rischi. L’episodio di Selva Candida, avvenuto in una normale notte autunnale, estende il monito e la preoccupazione. Il possesso e l’uso di esplosivi, anche se rientranti nelle categorie di libera vendita, rappresentano un pericolo costante che non è legato solo alla ricorrenza, ma alla totale imprevedibilità dell’errore umano. La perdita di due dita è un prezzo altissimo pagato per un momento di leggerezza. Le forze dell’ordine, oltre a prestare soccorso e avviare i rilievi, hanno sequestrato i rimanenti petardi trovati in possesso dell’uomo, un atto necessario per chiudere l’emergenza e ribadire che l’uso di questi ordigni è sempre un’attività ad alto rischio e, se compiuta in strada e di notte, un reato per disturbo della quiete pubblica e rischio incolumità.






