Il Pigneto, uno dei quartieri più vivaci e frequentati della movida romana, è stato teatro di un’operazione che getta luce sulle oscure trame dell’economia sommersa. Quella che a prima vista potrebbe sembrare una semplice operazione di polizia locale, si è rivelata la punta di un iceberg. Le forze dell’ordine del gruppo SPE hanno fermato un cittadino del Bangladesh impegnato nella vendita illegale di articoli per fumatori. Non un crimine clamoroso, ma un tassello fondamentale in un meccanismo ben oliato che prospera all’ombra dei Monopoli di Stato. L’uomo aveva con sé un assortimento completo: cartine, filtri, tabacco e sigarette, una vera e propria tabaccheria a cielo aperto, priva di licenza e, soprattutto, di qualsiasi controllo fiscale. L’indagine che ne è scaturita suggerisce che dietro questo piccolo commercio notturno si nasconda una struttura molto più grande e pericolosa.

Un banchetto improvvisato e l’inganno del prezzo
La merce, oltre 500 articoli di dubbia provenienza, era destinata a soddisfare le esigenze di una clientela specifica: i frequentatori notturni. L’orario scelto per l’attività non è casuale: è la sera inoltrata, quando le tabaccherie autorizzate sono chiuse e la domanda di nicotina resta alta. Il contrabbandiere si posiziona così in un vuoto di mercato, offrendo la comodità e, quasi certamente, un prezzo più allettante, libero dal peso delle accise e delle imposte che gravano legalmente sul tabacco. L’incasso di 200 euro, sequestrato al momento del fermo, testimonia che l’attività aveva già avuto successo nelle prime ore di vendita. Non si tratta solo di evadere il fisco, ma di sfruttare un bisogno immediato e creare un servizio illegale, parallelo a quello lecito e capace di aggirare l’esclusività dei Monopoli.
La figura del “terminale”: un ingranaggio sacrificabile
Il profilo del venditore fermato, risultato senza precedenti penali, è ciò che rende la notizia degna di un’analisi più profonda. Non è il capo, ma, come sospettano gli investigatori, il “terminale” di una vasta organizzazione criminale. Questa figura rappresenta l’anello più debole e più esposto della catena di contrabbando: l’uomo che rischia in prima persona, con una potenziale perdita di 500 articoli e una denuncia, mentre i veri registi dell’affare restano nell’ombra. La sua funzione è quella di un ingranaggio sacrificabile, facilmente sostituibile, che permette all’organizzazione di testare il mercato, incassare liquidità e mantenere il flusso di merce illegale senza esporsi direttamente. La filiera non si esaurisce con la vendita di sigarette sottocosto, ma è un sistema di ricettazione e contrabbando di beni sottratti ai Monopoli, con dinamiche tipiche della criminalità organizzata. Si usa l’uomo di strada per compiti rischiosi, garantendo ai vertici l’immunità.






