Roma – Verona 2-0: gol, Highlights e pagelle

La vittoria della Roma per 2-0 contro l’Hellas Verona non è stata una semplice formalità, ma un tassello fondamentale in un avvio di stagione che, sotto la guida di Gian Piero Gasperini, si sta trasformando in un successo sorprendente. Con quattro vittorie su cinque partite in Serie A e un clean sheet mantenuto, i giallorossi volano momentaneamente in testa alla classifica, in attesa del big match tra Milan e Napoli. Questo traguardo, sebbene provvisorio, parla di una nuova solidità e di una mentalità vincente che la squadra sta rapidamente acquisendo. La vittoria è arrivata grazie alle reti dell’ucraino Dovbyk e dell’argentino Soulé, ma a rendere il successo significativo è stata soprattutto la sofferenza con cui è stato conquistato.

Il risveglio di Dovbyk e il sigillo di Soulé

Gasperini ha indovinato la mossa a sorpresa schierando Dovbyk dal primo minuto, e l’attaccante ucraino ha ripagato la fiducia sbloccando subito il match al 7’ con un colpo di testa da centravanti purissimo, il suo primo centro stagionale tra campionato ed Europa League. La rete ha dato il via a un approccio perfetto, ma non è bastata a garantire una partita tranquilla. Al contrario, dopo il vantaggio, la Roma ha arretrato il baricentro, consentendo all’Hellas di prendere coraggio. È stato l’argentino Soulé, nel finale, a sigillare il risultato (all’82’ o 79′ a seconda delle fonti), trovando il suo secondo gol in campionato e permettendo a tifosi e panchina di tirare un sospiro di sollievo. Il 2-0 finale, infatti, non rispecchia l’andamento del match, ma premia l’efficacia chirurgica dei capitolini nei momenti cruciali.

Roma – Verona: 2-0 Highlights

L’eroe silenzioso: la parata come gol

L’originalità di questa vittoria risiede nel fatto che il vero mattatore del match non è stato un attaccante, ma il portiere: Mile Svilar. Il giovane estremo difensore è stato il guardiano provvidenziale che ha mantenuto a galla la Roma nei momenti più difficili del secondo tempo, quando il Verona spingeva con insistenza alla ricerca del pareggio. In particolare, Svilar è risultato miracoloso su almeno due occasioni dell’attaccante ospite Orban. Se la prima rete di Dovbyk ha indirizzato l’incontro, sono state le parate del portiere a blindare il clean sheet e a costruire la vittoria. Senza la sua freddezza e i suoi riflessi, il leitmotiv della partita sarebbe stato ben diverso. Il suo rendimento, spesso messo in ombra dai riflettori sugli attaccanti, è l’emblema della concretezza che Gasperini sta infondendo nel reparto difensivo.

La sfortuna del Verona e il caso Orban

Il Verona di Zanetti, nonostante la sconfitta, ha mostrato buone trame di gioco e una notevole aggressività, confermando le impressioni positive lasciate anche contro la Juventus. L’attaccante Orban è stato il simbolo della sfortuna dei veneti: prima si è visto negare il gol da un intervento miracoloso di Svilar, poi ha clamorosamente centrato la traversa a porta vuota da pochi metri, un errore che grida vendetta per l’Hellas. Per non farsi mancare nulla, si è visto anche annullare una rete nel recupero per fallo di mano. Questi episodi non solo spiegano il risultato, ma sottolineano un elemento chiave del calcio: il successo arride spesso alla squadra che, oltre alla qualità, possiede la fortuna nei momenti decisivi. Per il Verona, la strada intrapresa sembra corretta, ma la mancanza di cinismo sotto porta è costata punti preziosi.

Gasperini: la vittoria della concretezza

Questa vittoria è un test superato per Gasperini. L’allenatore ha dimostrato di non sbagliare l’approccio al match e di saper gestire la rosa, nonostante la stanchezza dovuta agli impegni infrasettimanali. Il suo merito non è solo tattico, ma soprattutto mentale: la Roma, pur soffrendo e non dominando nel gioco, ha imparato a vincere anche le partite sporche. Il risultato è un quarto successo in cinque gare, un bottino che poche squadre si aspettavano all’inizio della stagione. La Roma vola in testa alla classifica, affiancando temporaneamente il Napoli, grazie a un mix di solidità difensiva, cinismo in attacco e, non ultimo, un pizzico di fortuna, un ingrediente che, come insegna il caso Orban, non guasta mai nel calcio d’élite.

LE PAGELLE

La vittoria della Roma per 2-0 contro l’Hellas Verona è stata una questione di cinismo e tenuta difensiva. Nonostante una prestazione generale altalenante, il portiere Svilar si è rivelato un muro invalicabile guadagnando il voto più alto (7) grazie a parate decisive. In attacco, l’ucraino Dovbyk (7) ha rotto il ghiaccio con un gol fondamentale, mentre l’argentino Soulé (6,5) ha avuto il merito di chiudere la partita, anche se non ha brillato particolarmente. A centrocampo, Koné (6,5) si è confermato il solito guerriero, mentre la fascia difensiva ha mostrato qualche crepa: Mancini (5) ha sofferto parecchio e concesso diverse chances agli avversari, e anche gli esterni Wesley e Angelino (entrambi 5,5) sono risultati opachi.

Per quanto riguarda il Verona, la squadra ha dimostrato vivacità, ma ha peccato in finalizzazione. La mancanza di cinismo è ben rappresentata dall’attacco spuntato, con voti bassi per Giovane (5) e Orban (5,5), nonostante quest’ultimo abbia segnato un gol poi annullato. I migliori dei veneti sono stati il portiere Montipò (6,5), che si è distinto nel finale, e gli esterni Belghali (6,5) e Bernede (6,5), autori di prestazioni vivaci. A centrocampo, invece, Akpa Akpro (5) ha rischiato di compromettere la gara con un rendimento insufficiente.

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