Cocaina e armi in un box a Piazza Bologna, arrestato un 35enne

Piazza Bologna, a Roma, è una zona frenetica e vivace, ma anche un quartiere residenziale tranquillo, frequentato da studenti e famiglie. L’ultima cosa che ci si aspetterebbe di trovare qui è un imponente deposito di droga, protetto come una fortezza. Eppure, è proprio in questo scenario urbano che si è concluso un’operazione antidroga di grande successo, iniziata in modo apparentemente banale. I carabinieri della zona stavano svolgendo un normale pattugliamento quando il loro sguardo è stato catturato dall’atteggiamento nervoso di un uomo, un 35enne romano già noto alle forze dell’ordine. Il suo tentativo di allontanarsi con fare sospetto, una reazione che in un attimo ha trasformato una routine in un’opportunità, ha spinto i militari a fermarlo. Quello che sembrava un semplice controllo si è presto trasformato nel primo passo di una scoperta clamorosa.

Il naso che non sbaglia

Dopo aver fermato l’uomo e controllato il suo veicolo, le ricerche sono state estese alla sua abitazione e, infine, a un garage di sua proprietà. Ed è qui che è entrato in azione l’elemento chiave dell’indagine: un cane antidroga. Mentre gli investigatori setacciavano il garage, è stato il fiuto infallibile del cane a indicare con insistenza un punto preciso. Il suo fiuto, addestrato per anni a riconoscere il più sottile degli odori, ha superato le complesse misure di sicurezza adottate dal trafficante. Non c’era telecamera o porta blindata che potesse nascondere la verità al fiuto addestrato. La perseveranza dei carabinieri, unita all’istinto dell’animale, ha svelato il segreto che il 35enne teneva nascosto, portando alla luce un tesoro nero che non avrebbero mai immaginato di trovare in quel luogo.

Un magazzino da guerra

Ciò che è emerso dal garage ha scioccato gli stessi investigatori per la sua portata. Non si trattava di poche dosi, ma di un vero e proprio magazzino da guerra per la distribuzione di stupefacenti. Oltre a una montagna di droga, sono state rinvenute delle attrezzature che rivelano un’attività meticolosa e organizzata: una macchina per il sottovuoto, una per contare il denaro, un libro mastro che registrava cifre, conti e nomi. A proteggere questa operazione, un sofisticato impianto di videosorveglianza puntato sull’ingresso e un vero e proprio arsenale. Due pistole calibro 7.65, entrambe con la matricola abrasa, sono state sequestrate, complete di caricatori e munizioni. Questo dettaglio è forse il più agghiacciante: non si trattava di un piccolo spacciatore, ma di un uomo che aveva pianificato la sua attività con la consapevolezza di dover difendere il proprio carico con la forza e la violenza.

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