Smantellato il “supermarket” del cibo rubato a Centocelle

Ogni mattina, quando la città ancora dorme, un’altra Roma si sveglia. Non è la Roma turistica delle piazze monumentali, ma una Roma più nascosta, fatta di angoli di periferia che si animano per poche, frenetiche ore. È l’alba in piazzale delle Gardenie, a Centocelle, dove ogni giorno, tra le 5 e le 7, prendeva vita un supermercato abusivo all’aperto. Banchi improvvisati, lenzuola stese sull’asfalto, un’attività commerciale che non esisteva sulle mappe, ma che era un appuntamento fisso per chi cercava l’affare a ogni costo. Un fenomeno che operava nell’ombra, cercando di evitare i controlli del mattino, e che si basava su un’idea di commercio del tutto lontana da ogni regola e igiene. A farne parte erano persone di varie nazionalità, unite da un’unica necessità: vendere la merce il più velocemente possibile prima che l’ordine si sostituisse al caos.

Ma il rito mattutino del mercato clandestino si è interrotto bruscamente. Alle 6:15, i “caschi bianchi” della polizia locale di Roma Capitale hanno fatto scattare un blitz a sorpresa. L’arrivo degli agenti ha scatenato un vero e proprio “fuggi fuggi generale”. I “commercianti” hanno abbandonato in fretta e furia i loro banchi, lasciando dietro di sé una quantità incredibile di merce, riversata su marciapiedi e panchine. Un caos momentaneo che ha però permesso agli investigatori di svelare la vera natura di quel luogo. Quello che si presentava come un semplice mercatino illegale, si è rivelato un vero e proprio magazzino all’aperto, con un assortimento di prodotti che ha lasciato a bocca aperta gli stessi agenti: generi alimentari, vestiti, prodotti per la casa e persino dispositivi tecnologici, tutti ammassati uno sull’altro senza alcuna distinzione.

Il supermercato dell’assurdo

L’inventario della merce sequestrata offre uno spaccato surreale e inquietante di questa economia sommersa. Tra i banchi improvvisati sono stati trovati oltre tre quintali di generi alimentari di tutti i tipi: dal salmone confezionato a formaggi, salumi, caffè e persino merendine e succhi di frutta. La presenza di questi prodotti, spesso a marchio, accanto a centinaia di paia di scarpe rovistate nei cassonetti e a materiale non igienicamente trattabile, crea una giustapposizione quasi grottesca. Tra gli articoli c’erano anche prodotti per l’igiene, come shampoo e dentifrici, e persino oggetti di tecnologia quali tablet e computer. Un assortimento che fa riflettere su come questo mercato non si limitasse a recuperare scarti, ma si basasse su una rete di approvvigionamento molto più complessa e probabilmente, come ipotizzato dalla Polizia, di origine furtiva.

La parte più inquietante della storia, tuttavia, riguarda proprio il cibo. Il sospetto è che gran parte dei generi alimentari sequestrati, dai formaggi ai succhi di frutta, fossero il risultato di furti nelle mense scolastiche. Si tratta di un crimine che va oltre la semplice illegalità economica. È un atto che toglie letteralmente il cibo ai bambini, privandoli di un diritto fondamentale. La notizia è un pugno nello stomaco, una dimostrazione di come una criminalità piccola e quotidiana possa colpire le fasce più deboli e indifese della società. Dietro il “supermercato” abusivo di Centocelle si nascondeva, quindi, un’ombra senza scrupoli, pronta a rubare persino il pasto dei più piccoli per ricavare un guadagno illecito.

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