Abuso al Tiburtino: Alberi giovani “soffocati” con lastre da un privato cittadino. Il Municipio interviene

La sopravvivenza dei giovani alberi piantati sui marciapiedi di Roma è costantemente minacciata da una serie di fattori ambientali e strutturali. A questi, si aggiunge purtroppo l’azione di privati cittadini – o, in molti casi, commercianti – che con metodi del tutto abusivi finiscono per “soffocare” le radici degli arbusti. Questa pratica, dettata da una miope inciviltà, compromette gravemente la possibilità di crescita e la stessa sopravvivenza del patrimonio arboreo cittadino, spesso piantato con fatica e con costi non indifferenti per le casse pubbliche. La “mattonatura” delle cosiddette “tazze” (lo spazio libero intorno al tronco) impedisce l’assorbimento di acqua e ossigeno, condannando l’albero a morte certa.

Il caso emblematico di Via Giano della Bella

Un episodio che ha acceso i riflettori su questo fenomeno si è verificato in Via Giano della Bella, in un quadrante ad alta densità abitativa e commerciale, a due passi dal quartiere di San Lorenzo e dalla Tangenziale Est. Di fronte al cinema “Jolly”, un residente ha immortalato con una foto l’assurdità dell’abuso: la tazza di un albero giovane, piantato da poco, è stata completamente sigillata con lastre di cemento armato. Il cittadino, autore della denuncia pubblica, ha commentato amaramente che le lastre lasciano uno spazio utile di “massimo 12 centimetri per lato all’albero”. La sua constatazione è inequivocabile: in queste condizioni, “non c’è possibilità di crescita né di sopravvivenza”. L’albero, di fatto, è stato condannato a morire lentamente per asfissia e disidratazione, vittima non della negligenza, ma di un’azione deliberata.

L’intervento rapido del Municipio

La segnalazione, diffusa attraverso i canali social e le testate locali, non è passata inosservata al II Municipio. L’assessore all’Ambiente, Rino Fabiano, ha preso immediatamente in carico la questione. Il 24 novembre, l’Assessore ha provveduto a inviare una nota formale a tutti gli enti competenti, chiedendo un intervento urgente. La comunicazione è stata indirizzata al Dipartimento Tutela Ambientale, al Servizio Giardini del Comune, alla Polizia Locale e all’Assessorato capitolino. La richiesta è chiara: si confida nella “tempestiva collaborazione” non solo per rimuovere l’abuso e salvare l’albero, ma anche “ai fini eventuale individuazione dei responsabili della manomissione”, per i quali sono previste sanzioni.

L’ombra dei tavolini e il sospetto del guadagno

Il fenomeno della “mattonatura” non sarebbe, a quanto pare, un caso isolato. In municipio si nutre un forte sospetto sulla motivazione che spinge i privati a compiere tali atti. L’abuso è particolarmente visibile nelle aree ad alta concentrazione di “movida”, ovvero in zone ricche di ristoranti, bar e locali che somministrano cibi e bevande. Il sospetto è che la sigillatura delle tazze serva principalmente per guadagnare superficie stabile da destinare all’installazione abusiva o non autorizzata di tavolini e sedie per l’esterno. Si tratta di un vero e proprio “modus operandi” per espandere il business a spese del verde pubblico e dell’ambiente. Questo scenario richiede, secondo l’Assessore, una vigilanza costante e mirata della Polizia Locale, che deve agire su indicazione degli uffici municipali per stroncare l’illecito.

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