Tragedia a Cave: Trovata morta nel bosco Axenia Manoli, la 31enne scomparsa dopo aver lasciato i figli a scuola

La mattina di venerdì si è conclusa con una notizia straziante la breve ricerca di Axenia Manoli. A Cave, un comune della provincia romana, il corpo della donna di 31 anni, di origini moldave, è stato ritrovato senza vita nelle vicinanze di un bosco. Il dramma di Axenia ha squarciato l’apparente quiete della periferia: il suo ultimo gesto pubblico, giovedì, era stato quello più ordinario e carico di responsabilità, accompagnare i suoi figli a scuola. Da quel momento, un’assenza inspiegabile ha attivato la macchina delle ricerche, fino al tragico epilogo che ha lasciato una profonda ferita nella comunità. Il contrasto tra l’atto di cura materno e la successiva scomparsa è un dettaglio che amplifica il senso di smarrimento e pone l’attenzione sulla natura invisibile del disagio personale.

Non appena Axenia ha fatto perdere le sue tracce a bordo della sua Toyota Yaris nera, vestita con una felpa rosa e jeans neri, è scattato il protocollo di ricerca. Il compagno, comprensibilmente allarmato, aveva immediatamente sporto denuncia presso la locale stazione dei Carabinieri di Cave. Il caso era finito sotto l’attenzione dei media e dell’Associazione Penelope Lazio Odv, un nome noto a chi segue le vicende delle persone scomparse. Questa mobilitazione generale in un piccolo centro evidenzia quanto sia forte il legame tra la vita quotidiana e la percezione di sicurezza; la deviazione da una routine stabilita in un contesto ristretto crea immediatamente un vuoto inaccettabile. Le ricerche si sono concentrate sul veicolo, l’ultima traccia tangibile della donna prima che la sua vita si trasformasse in un silenzioso mistero.

Un tragico silenzio nel bosco

Il ritrovamento è avvenuto in una zona boschiva, in via Santa Maria del Monte, a ridosso del centro abitato. Gli investigatori hanno trovato il corpo della donna intorno alle 10:20, a circa 200 metri di distanza dalla sua auto, che era chiusa a chiave. È un dettaglio, quello delle chiavi ancora in suo possesso, che spesso nelle indagini suggerisce un’assenza di intervento esterno. La zona, sebbene vicina alle case, si è rivelata il luogo isolato scelto per l’ultimo, definitivo, allontanamento. I Carabinieri del nucleo investigativo di Frascati hanno subito avviato i rilievi, analizzando ogni elemento. Il bosco, simbolo di natura selvaggia e isolamento, ha celato per ore il dramma, prima di restituire il corpo. I pochi elementi certi — l’auto chiusa, la distanza, l’assenza di segni esterni di lotta — disegnano una scena di estrema solitudine.

L’ipotesi e la sottile linea della solitudine

Le prime conclusioni degli investigatori sono caute ma chiare: non sono state riscontrate sul corpo di Axenia ferite o segni che possano far pensare a un evento violento o all’intervento di terzi. L’ipotesi, al momento privilegiata, è che possa essersi trattato di un gesto volontario. Questo punto di vista sposta il dramma dalla cronaca nera a un’indagine sul dolore e sulla solitudine interiore, un aspetto spesso invisibile nelle vite condotte in apparente normalità. Dietro la facciata della routine, fatta di corse mattutine per la scuola e impegni familiari, si nascondeva probabilmente una battaglia personale che i suoi cari e la comunità non potevano percepire o comprendere appieno. La scelta di allontanarsi in quel modo, lasciando l’auto chiusa e allontanandosi nel bosco, parla di una ricerca di isolamento finale, un modo per concludere un conflitto interiore lontano da occhi indiscreti.

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