La cronaca di Nettuno ci riporta un fatto inquietante, ma purtroppo non isolato: l’arresto di due uomini, di 20 e 30 anni, sorpresi dai Carabinieri mentre spacciavano droga all’interno del Parco Palatucci. L’episodio, che ha portato all’accusa di detenzione ai fini di spaccio, si è consumato in un luogo che dovrebbe essere un rifugio di tranquillità, frequentato quotidianamente da famiglie, bambini e giovani in cerca di svago. Il punto di vista originale su questa vicenda risiede proprio in questo stridente contrasto: la trasformazione di uno spazio destinato alla comunità e alla vita all’aperto in una sordida piazza d’affari illecita, un fenomeno che rappresenta un vero e proprio furto di serenità ai danni della cittadinanza. La presenza di droga in questi luoghi non solo mette a rischio i consumatori, ma intacca la percezione di sicurezza e la qualità della vita di tutti coloro che cercano semplicemente di godersi il verde pubblico.
Il “duo dinamico” e l’intervento dei carabinieri
Secondo quanto ricostruito, i due uomini – uno residente ad Ardea e l’altro a Nettuno – avevano scelto il Parco Palatucci come base operativa. I Carabinieri, evidentemente allertati da segnalazioni o attività investigative, erano già sulle loro tracce. Il momento dell’intervento è stato cruciale: i militari sono riusciti a cogliere il “dinamico duo” proprio nell’atto di cedere una dose a un acquirente. La prontezza d’azione del personale dell’Arma ha permesso di bloccare immediatamente i due sospettati. L’operazione di perquisizione ha confermato l’entità dell’attività illecita: gli spacciatori nascondevano in tasca ben 32 dosi di cocaina, pronte per essere immesse sul mercato locale.

Il provento e il costo sociale della droga
Oltre allo stupefacente, i Carabinieri hanno recuperato anche 135 euro in contanti, somma ritenuta provento dell’attività di spaccio. Sebbene l’importo possa sembrare modesto, testimonia la costanza e la rapidità con cui il traffico di droga, anche a livello locale, genera guadagno illecito. Questo denaro, guadagnato a discapito della salute e della sicurezza pubblica, non rappresenta solo una violazione della legge, ma un costo sociale elevatissimo per l’intera comunità. L’utilizzo di spazi pubblici come il Parco Palatucci per attività criminali erode la fiducia nelle istituzioni e costringe le famiglie a vivere con il timore e il sospetto, riducendo la fruibilità di aree essenziali per il benessere urbano.
Le conseguenze legali e il rito direttissimo
Dopo gli accertamenti di rito, per entrambi gli uomini è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo. Questa misura rappresenta il primo passo del percorso giudiziario che dovrà accertare definitivamente le responsabilità penali dei due. L’episodio di Nettuno funge da amaro monito: la lotta allo spaccio non si combatte solo nelle periferie urbane o nei quartieri notoriamente difficili, ma deve essere condotta con la stessa fermezza anche nei luoghi che, per vocazione, dovrebbero essere i più protetti e sicuri, come i parchi pubblici e le aree ricreative. L’azione dei Carabinieri ha restituito, almeno temporaneamente, la legalità al Parco Palatucci, ma evidenzia la necessità di una vigilanza costante per difendere gli spazi comuni dalla criminalità organizzata e dalla diffusione delle sostanze stupefacenti. La battaglia per la sicurezza dei parchi è una battaglia per la qualità della vita di tutti i cittadini.






