Negli ultimi mesi, il tema delle multe per chi visita siti pirata come Streaming Community ha generato molta confusione. Numerosi utenti si sono ritrovati davanti a una schermata della Guardia di Finanza, alimentando il timore di ricevere sanzioni anche solo con un click.

Ma qual è la verità? A fare chiarezza è un avvocato penalista, che ha spiegato in un video pubblicato su TikTok come funziona davvero la legge.
Oltre 2.000 multe nel 2025: cosa sta succedendo?
Nel mese di maggio 2025, sono state annunciate oltre 2.000 sanzioni amministrative per utenti che hanno usufruito di contenuti pirata, sia tramite IPTV illegali che siti come Streaming Community.
Le multe partono da 154 euro e possono raggiungere i 5.000 euro, in base alla gravità e alla recidiva.
Cosa dice la legge sul diritto d’autore
Il riferimento normativo è l’articolo 174-ter della legge italiana sul diritto d’autore. Secondo l’avvocato, accedere a contenuti protetti senza autorizzazione non è un reato penale, ma un illecito amministrativo.
Quindi, non si rischia il carcere, ma si può comunque ricevere una sanzione economica.
È vero che esistono “siti trappola”?
Uno dei dubbi più diffusi riguarda i cosiddetti “siti trappola”: esistono davvero portali creati dalle autorità per identificare e punire gli utenti?
L’avvocato risponde: no, non risultano siti esca creati ad hoc. Tuttavia, può accadere che domini sequestrati vengano reindirizzati su una pagina ufficiale della Guardia di Finanza, che registra gli accessi per scopi investigativi.
Un click non basta per ricevere una multa
Visitate una pagina o cliccato su un link? Niente panico: non è sufficiente per essere multati.
Secondo quanto spiegato dall’avvocato, per ricevere una sanzione serve una prova concreta di utilizzo dell’opera: visione, download o pagamento per contenuti illegali.
Se vi siete imbattuti in messaggi come “il tuo indirizzo IP è stato rilevato”, sappiate che non rappresentano automaticamente un pericolo. Ma fate attenzione.
Allarme truffe: attenzione alle finte PEC e alle email fasulle
Il vero rischio, secondo l’avvocato, arriva da un’altra direzione: email truffa e PEC false che imitano comunicazioni ufficiali della Guardia di Finanza.
Lo scopo? Spaventare gli utenti e rubarne i dati personali. In questo caso, non si tratta di un’azione delle forze dell’ordine, ma di veri e propri tentativi di phishing.
Conclusioni: si rischia solo in caso di uso dimostrabile
In sintesi, sì, il rischio di ricevere una multa esiste, ma non per chi visita semplicemente un sito.
Serve la prova di una fruizione attiva e consapevole dei contenuti protetti da copyright.
⚠️ Evita di utilizzare piattaforme illegali. E se ricevi comunicazioni sospette, non cliccare su link né fornire dati sensibili.

Marco Rossi è un appassionato di tecnologia con oltre 20 anni di esperienza nel settore digitale. Laureato in Ingegneria Informatica, ha lavorato come consulente IT e content creator per diverse realtà online. Sul suo blog condivide guide pratiche, recensioni e approfondimenti su tutto ciò che riguarda il mondo della tecnologia e di Internet: dai dispositivi smart alle piattaforme di streaming, dalle novità sul web ai consigli per migliorare la sicurezza online. La sua missione è rendere comprensibili anche i temi più tecnici, aiutando lettori di ogni livello a orientarsi nel mondo digitale in continua evoluzione.