Trasporti a rischio a Roma: chi si ferma domani, 12 dicembre, per lo sciopero Cgil

Domani, venerdì 12 dicembre, l’aria della capitale sarà attraversata da un misto di disagi e regolarità. Lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per contestare la Manovra di Bilancio avrà ripercussioni significative sui trasporti, ma non in modo uniforme. Mentre la protesta è forte e chiara nelle intenzioni – chiedere modifiche a una legge ritenuta penalizzante per lavoratori, pensionati e giovani – la sua applicazione pratica a Roma si rivela selettiva. Questa frammentazione solleva interrogativi sull’efficacia reale della mobilitazione, in un contesto urbano dove il pendolarismo si basa su una rete di servizi complessa e interconnessa.

Il fronte del disagio: treni e bus regionali

Il cuore del disagio si concentrerà sui servizi di trasporto che collegano la città con il resto della regione e il Paese. Cotral, che gestisce gli autobus regionali e le importanti ferrovie Roma Nord e Metromare, sarà coinvolta nella mobilitazione. Per i pendolari si prevedono ritardi e cancellazioni per l’intera giornata, sebbene siano garantite le fasce orarie cruciali per chi entra ed esce dal lavoro: dall’inizio del servizio fino alle 8:30 e dalle 17:00 alle 20:00. Allo stesso modo, il personale del Gruppo FS e Trenitalia incrocerà le braccia, impattando sui treni Regionali, Intercity e perfino sull’Alta Velocità. Qui, le fasce di garanzia per i treni regionali sono leggermente diverse (6:00-9:00 e 18:00-21:00), richiedendo massima attenzione da parte dei viaggiatori. Il messaggio è chiaro: chi viaggia su lunga distanza o entra nella capitale dalle province dovrà armarsi di pazienza e consultare gli orari garantiti.

La sorprendente oasi di regolarità: la rete atac

L’elemento più sorprendente di questo sciopero a Roma è l’esclusione della rete Atac. Metro, bus e tram della municipalizzata, che rappresentano l’ossatura del trasporto urbano, funzioneranno regolarmente. La ragione è puramente tecnica e legale: il principio della rarefazione oggettiva. Avendo già aderito a una giornata di sciopero solo pochi giorni prima, il 9 dicembre, i lavoratori Atac non possono partecipare alla nuova mobilitazione generale in un intervallo di tempo così ravvicinato. Questo crea una situazione paradossale: la protesta, pur essendo “generale”, non tocca il mezzo di trasporto più utilizzato da pendolari e cittadini all’interno del G.R.A. (Grande Raccordo Anulare). Mentre i treni da Fiumicino o Viterbo rallenteranno, la Metro A continuerà la sua corsa.

L’effetto ‘tappabuchi’: il trasporto periferico

A complicare ulteriormente il quadro c’è la mobilitazione dei lavoratori del trasporto periferico gestito da privati in subappalto. Si tratta di un settore meno visibile ma fondamentale, che spesso copre le tratte più esterne e meno servite dalle linee principali. Questi servizi, pur non avendo la risonanza della metro, svolgono un ruolo cruciale di “tappabuchi” o di ultimo miglio. Il loro stop aggiunge un altro livello di difficoltà, frammentando ulteriormente l’efficacia della protesta e costringendo le amministrazioni a gestire una miriade di micro-disagi anziché un blocco totale e centralizzato.

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