I Regni romano-barbarici

Regni romano-barbarici

Nella storia delle invasioni barbariche nell’Occidente romano si possono distinguere due fasi fondamentali. La prima è riconducibile a popoli penetrati all’interno dell’Impero dopo lunghe peregrinazioni. Si tratta di gruppi poco numerosi, che si stanziarono in zone limitate delle province occupate, lasciando che la parte più consistente di esse rimanesse in mano romana. Essi si organizzarono secondo regole tradizionali loro proprie, mentre nel rimanente territorio la popolazione romana continuava a vivere in conformità alle istituzioni giuridiche precedenti. È la fase che riguarda essenzialmente il regno ostrogoto in Italia e quello visigoto e burgundo in Gallia. Proprio per sottolineare la coesistenza di queste due componenti tali regni sono convenzionalmente detti romano-barbarici.

Di diversa natura fu invece la seconda ondata delle invasioni germaniche. Essa fu opera di popoli già da tempo stanziati ai confini dell’Impero che furono in grado, una volta entrati al suo interno, di imporre la propria organizzazione alla popolazione romana. In questa seconda fase rientrano i regni dei Longobardi in Italia, quello dei Franchi in Gallia e quello degli Angli e dei Sassoni in Britannia. La vita dei regni barbarici sorti dalla disgregazione dell’Impero romano d’Occidente conobbe vicende assai diverse, che li vedono oscillare tra ambizioni espansionistiche e conflitti per difendere la loro stessa sopravvivenza. La novità della situazione successiva all’invasione del 406-407 d.C. è che, per la prima volta, ai barbari si dava, oltre alla possibilità di insediarsi legittimamente all’interno dei confini dell’Impero, anche quella di esercitare una piena autorità sulle terre su cui si insediavano. Si deve tener conto che la durata di questi regni non è diversa. Vita relativamente breve ebbe il regno dei Burgundi che, costituito in stato autonomo nel 443 d.C., occupava un’area compresa tra il corso del Rodano e della Saona e la Savoia (l’attuale Borgogna prende nome da questo popolo).

Regni romano-barbarici

Verso la fine del V secolo d.C. il re Gundobaudo, il più significativo sovrano burgundo, fu riconosciuto dall’imperatore bizantino Anastasio. Il regno dei Burgundi fu sottomesso definitivamente dai Franchi, di cui già erano tributari, nel 534 d.C., all’inizio della guerra greco-gotica in Italia, nella quale i Franchi erano alleati dei Bizantini. Il regno ostrogoto in Italia durò poco più di mezzo secolo, dalla fine del V alla metà del VI secolo d.C. Esso coincide in larga misura, come si è visto, con il regno del re Teoderico, anche se prosegue sino alla fine della guerra grecogotica nel 553 d.C. Diverse e più complesse vicende ebbe invece il regno visigotico. Il regno visigotico di Tolosa fu creato da Vallia nel 418 d.C. e comprendeva la Gallia sud-occidentale. Riconosciuto da Roma, esso conobbe il suo momento di massima fortuna sotto il regno di Eurico che, tra il 470 e il 480 d.C., riuscì a conquistare quasi tutta la Spagna e la Provenza. Tra l’inizio del V e il principio del VI secolo d.C. esso si costituì in Aquitania (Gallia sud-occidentale) e nell’area pirenaica. A seguito della sconfitta patita dai Franchi nel 507 d.C. nella battaglia di Vouillé, i Visigoti passarono nella penisola iberica, dove fondarono un regno che ebbe come capitale Toledo. Il regno visigotico di Spagna è la continuazione sul suolo iberico del precedente. Esso porta a compimento, verso la fine del VI secolo d.C., il completo assoggettamento della penisola iberica: allora fu infatti posta fine al regno indipendente degli Svevi, che occupavano la Galizia. È il regno barbarico nel quale più a lungo si conservano le fondamentali strutture politiche e amministrative dell’Impero romano.

Una data fondamentale è il 589 d.C., quando il re Recaredo si convertì al cattolicesimo che, a partire da questo momento, divenne religione di Stato. Il regno visigotico di Toledo durò sino al 711 d.C., quando dovette soccombere di fronte all’espansionismo arabo. Il più importante regno barbarico è certamente quello dei Franchi. La figura decisiva è quella di Clodoveo, della dinastia dei Merovingi (dal nome del loro capostipite, Meroveo), che divenne re nel 481 d.C. La sua conversione al cristianesimo di rito cattolico, avvenuta verso la fine del V secolo d.C., fu fondamentale nel favorire l’integrazione dei Franchi con gli esponenti dell’aristocrazia gallo-romana. Grazie alle vittorie di Clodoveo e a quelle dei suoi successori, verso la metà del VI secolo d.C. la quasi totalità della Gallia passò sotto il dominio dei Franchi. Dopo un lungo periodo di crisi interna, i Franchi tornarono ad assumere un ruolo di primo piano sotto la guida di Carlo Martello, che nel 734 d.C. fermò a Poitiers l’avanzata degli Arabi.

Nell’Europa del Nord le azioni di pirateria condotte dalle popolazioni germaniche provenienti dalle coste del mare del Nord nella prima metà del V secolo d.C. portarono all’occupazione di territori sempre più vasti, taluni dei quali erano stati romanizzati. Nel corso di un lungo processo che durò quasi due secoli, con successive immigrazioni dal continente ed espansioni verso la parte occidentale dell’isola, la popolazione celtica delle campagne fu sostituita da un’altra di ceppo germanico. Nasce così, a cominciare dalla costa sudorientale dell’isola, la Britannia anglosassone. (Fonte: Storia romana Geraci – Marcone)

Foto anteprima: Di Cornell University Library – https://www.flickr.com/photos/cornelluniversitylibrary/3611958602/, No restrictions, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53436585

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