Collegi sacerdotali, nucleo della religione romana

Secondo la tradizione, il primo ordinamento religioso a Roma risale a Numa Pompilio, che introdusse i diversi sacerdozi e stabilì le celebrazioni annuali. Verso la fine del VI secolo a.C., il calendario venne organizzato con una suddivisione dei giorni in fasti e nefasti, permettendo di identificare le festività.

Il cuore del sistema religioso romano era costituito dai Collegi sacerdotali, responsabili della gestione dei riti, e guidati dal Rex sacrorum, figura che ereditava le funzioni religiose che, nell’età regia, spettavano ai re. Il Rex sacrorum era un patrizio, nominato a vita dal Pontifex Maximus. Durante le cerimonie, era affiancato da camilli (assistenti addetti a compiti semplici), dal tibicen (il flautista) e dai victimarii, che si occupavano di sacrificare le vittime rituali.

Collegi sacerdotali

Flamini: I flamini erano sacerdoti assegnati al culto di specifiche divinità, dai quali prendevano il nome e per i quali celebravano riti e festività. Il termine “flamen” significa “accenditore del fuoco” sull’altare dei sacrifici. Esistevano due categorie di flamini: i maggiori (Flamines maiores), in numero di tre, e i minori (Flamines minores), in numero di dodici. I Flamini maggiori, nominati dal Collegium Pontificum sotto la guida del Pontifex Maximus, erano scelti tra i patrizi e comprendevano il flamine Diale, Marziale e Quirinale, preposti ai culti di Giove, Marte e Quirino, ossia la Triade Capitolina; successivamente, Marte e Quirino vennero sostituiti da Giunone e Minerva. I flamini maggiori godevano di un prestigio e potere considerevoli. I flamini minori si dedicavano a culti specifici: ad esempio, il flamine carmentale al culto di Carmenta, il flamine cereale a Cerere, e così via per altre divinità come Flora, Furrina, Palatua, Pomona, Portuno, Vulcano e Volturno.

Pontefici: I pontefici, guidati dal Pontefice Massimo, erano responsabili della supervisione e della gestione dei riti religiosi. Nella Roma arcaica, essi erano esperti nelle questioni sacre e avevano il compito di guidare cittadini e autorità nell’osservanza delle regole religiose per mantenere la pax deorum. Il loro ruolo era estremamente prestigioso. Col tempo, il potere del Pontifex Maximus crebbe al punto da superare quello del rex sacrorum e includere il controllo sui flamini e sulle vestali. I membri del collegio avevano diritto alla toga praetexta, ai littori e alla sella curulis. Tra i loro incarichi rientravano anche la regolazione del calendario e la stesura degli Annali di Roma.

Àuguri: Gli àuguri, presenti già nella cultura etrusca, erano sacerdoti con il compito di interpretare la volontà degli dèi osservando il volo degli uccelli, analizzando specie, direzione e comportamento. Tito Livio riporta che nessuna decisione di guerra o pace a Roma veniva presa senza aver prima consultato gli àuguri. La loro pratica era nota come augurio o auspicio, e veniva eseguita con l’uso di un bastone ricurvo detto lituo. Questi sacerdoti godevano di un rispetto così elevato che offendere un àugure poteva essere punito con la pena capitale.

Vestali: Le Vestali erano sacerdotesse consacrate al culto di Vesta, con la responsabilità di mantenere sempre acceso il fuoco sacro alla dea, simbolo della vita e della protezione della città. Esse preparavano anche gli ingredienti per ogni sacrificio, come la mola salsa – una miscela di farina tostata e sale – utilizzata per aspergere le vittime sacrificali durante celebrazioni come i Vestalia, i Matralia, i Fornacalia, i Lupercalia e i giorni dedicati a Giove (Epulum Iovis). La loro vita religiosa si svolgeva nell’Atrium Vestae, vicino al tempio di Vesta, ma godevano di libertà di movimento e di benefici che le rendevano figure privilegiate nella società romana. Mantenute a spese dello Stato, erano le uniche donne romane autorizzate a fare testamento. Tuttavia, l’estinzione del fuoco sacro o una relazione sessuale erano considerati sacrilegi gravissimi (incestus), poiché la loro castità era essenziale per l’intera durata del loro servizio.

Decemviri: I decemviri, letteralmente “dieci uomini”, formavano una commissione incaricata della divinazione e della consultazione dei Libri Sibillini, una raccolta di oracoli greci conservati nel tempio di Giove Capitolino. Vari decemvirati svolgevano diverse funzioni, come la redazione delle leggi con potere consolare (legibus scribundis consulari imperio), il giudizio sulle controversie (stlitibus iudicandis), l’esecuzione dei sacrifici (sacris faciundis), e la distribuzione delle terre (agris dandis adsignandis).

Epuloni: Gli Epuloni erano un collegio di sette membri incaricato dell’organizzazione dei banchetti pubblici e dei giochi rituali durante importanti festività religiose. Essere membro di questo collegio era un grande onore, che valorizzava il cursus honorum dei funzionari pubblici. Quando il collegio fu istituito nel 196 a.C., comprendeva solo tre membri (Tresviri epulones), ma Gaio Giulio Cesare ampliò temporaneamente il numero a dieci; tuttavia, poco dopo la sua morte, il numero dei membri fu ridotto nuovamente a sette.

A Roma esistevano quattro importanti collegi religiosi, responsabili di specifiche cerimonie sacre e parte integrante della gerarchia religiosa:

Arvali: I Fratres Arvales, o “fratelli dei campi,” erano un collegio arcaico composto da dodici membri patrizi, nominati a vita. Secondo la leggenda, il collegio fu fondato da Romolo e composto dai dodici figli del pastore Faustolo. Gli Arvali dedicavano il loro culto alla dea Dia, un’antica divinità successivamente associata a Cerere. A maggio, celebravano la cerimonia di purificazione dei campi, nota come Arvalia. Quando uno dei membri moriva, il collegio nominava un sostituto per mantenere il numero fisso di dodici sacerdoti.

Luperci: I Luperci presiedevano i Lupercalia, una festa di purificazione e fecondazione celebrata il 15 febbraio. Organizzati sotto un unico magister, erano suddivisi in due gruppi di dodici: i Luperci Fabiani e i Luperci Quinctiales. Per un breve periodo, Giulio Cesare aggiunse una terza fazione, i Luperci Iulii, in suo onore.

Salii: I Salii erano sacerdoti guerrieri consacrati a Marte, suddivisi in due gruppi di dodici, i Salii Quirinales e i Salii Palatini. Quest’ultimi erano giovani di bell’aspetto e appartenenti a famiglie nobili, che celebravano Marte nei mesi di marzo e ottobre portando in processione per la città i dodici ancilia, scudi sacri di cui uno, secondo la leggenda, donato dal dio Marte a Numa Pompilio. Durante la processione, i Salii cantavano il Carmen Saliare e eseguivano una danza chiamata tripudium. Vestivano una tunica rossa con una spada, una corazza in bronzo e un mantello, completati dal copricapo Apex, tipico dei sacerdoti flamini.

Feziali (Fetiales): I Feziali erano venti membri patrizi, successivamente aperti anche ai plebei nell’ultima fase della Repubblica, nominati per cooptazione. Il collegio era guidato dal magister fetialum, eletto dagli altri membri, e aveva il compito di rappresentare Roma in accordi internazionali. La dichiarazione di guerra doveva seguire il rito del bellum iustum: il Pater Patratus pronunciava una formula e lanciava un giavellotto sul territorio nemico. Per motivi pratici, si creò una simbolica Columna Bellica vicino al Teatro di Marcello, rappresentando il suolo nemico. I Feziali vigilavano sul rispetto dei trattati e punivano severamente chi tradiva la parola data, come i disertori. Essi incarnavano l’onore e la dignità di Roma, rappresentandone lo spirito stesso.

Magistri e funzioni religiose

I magistri svolgevano principalmente funzioni di culto dedicate alle divinità; venivano scelti tra uomini liberi o liberti, sebbene, in alcuni casi, anche schiavi potessero ricoprire questo ruolo. In determinate situazioni, i magistri avevano anche incarichi civili.

Organizzazione dei sacerdoti e ausiliari per ordine sociale:

  • Ordine Senatorio: Comprendeva figure di alto prestigio come il re e la regina dei sacrifici, i pontefici, i settemviri epuloni, le vestali, i flamini, gli auguri, i quindecenviri dei sacrifici, gli Arvali, i sodali Tizi, i feziali, i salii, il curione massimo, i pontefici del Sole e la sacerdotessa della Bona Dea (damiatrice).
  • Ordine Equestre: Includeva i tubicini, i luperci, i pontefici minori (o scribi), i sacerdoti Laurenti Lavinati, Ceninensi e Albani.
  • Scelti tra i cittadini: Rientravano in questo gruppo gli aruspici, i curioni, i vicomagistri, il sacerdote bidentale, il sacerdote delle cerimonie di confarreazione e difarreazione, oltre agli arioli, ai magi e ai matematici.
  • Addetti al culto imperiale: Tra questi vi erano i sodali Augustali, Flaviali, Adrianali e Antoniniani, i flamini e flaminiche dei divi, nonché i sacerdoti della casa augusta, della casa divina e della Vittoria Britannica.

Ausiliari religiosi: Comprendevano figure di supporto come apparitori, camilli, pueri, littori delle Vestali, della curia e dei vicomagistri, flamini curiali, popa, vittimario, cultrario, strufertario, fittore, pullario, calatore, precone, viatore, edituo o editumno, vestiario, turario, prefica, fidicini, sinfoniaci, pubblici, arcario e verbalizzatore.

Culti autonomi presenti a Roma:

  • Iside: Il culto includeva ruoli come il sacerdote, la cimbalistria, la timpanistria e l’innologo.
  • Magna Mater e Cibele: Vi facevano parte figure come il fanatico, il gallo e l’archigallo.
  • Giove Dolicheno: La gerarchia includeva il candidato, il padre dei candidati, il patrono, il sacerdote, il subsacerdote e il curatore del tempio.
  • Sabazio: In questo culto, le figure principali erano il sacerdote e il piroforo.

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