Piazza Navona: le meraviglie della piazza barocca più famosa

Piazza Navona è spesso citata come uno dei salotti di Roma, un titolo che condivide con altre celebri piazze come Piazza di Spagna. Tuttavia, oggi non è il confronto tra queste bellezze il mio focus, bensì l’esplorazione della storia nascosta dietro l’elegante facciata di Piazza Navona. Questa piazza non è famosa solo per la Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini o la Chiesa di Sant’Agnese in Agone, progettata da Borromini, ma anche per le sue chiese, palazzi nobiliari, curiosità e una storia che risale alla Roma antica, estendendosi attraverso il Medioevo e oltre. La vera bellezza di Piazza Navona è nel vedere oltre le apparenze.

Informazioni su Piazza Navona

  • Indirizzo: Piazza Navona, 00186 Roma RM
  • Città: Roma
  • Orari: Aperto 24 ore su 24
  • Provincia: Città metropolitana di Roma Capitale
  • Nomi precedenti: Piazza in Agone
  • Quartiere: Parione (rione)
  • Stato: Italia

Breve Storia di Piazza Navona

Dopo questa introduzione, è essenziale offrire uno sguardo storico alla zona oggi occupata da Piazza Navona. Molti, sia turisti che romani, potrebbero non essere consapevoli della lunga storia di questa piazza, che si snoda dall’antichità ai giorni nostri.

By Jean-Pol GRANDMONT – Own work, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=84856131

Fine I secolo a.C. – prima metà I secolo d.C.

Antichità e origine dei giochi romani: Mentre molti ritengono che la storia ludica di Piazza Navona inizi con l’imperatore Domiziano (81 – 96 d.C.), la verità è che le origini sono ancora più remote. Già in epoca di Cesare e poi Augusto, l’area ospitava una struttura temporanea in legno usata per i ludi, giochi organizzati per celebrare anniversari regali e intrattenere il popolo di Roma. Anche il Foro Romano era talvolta palcoscenico di questi spettacoli, che includevano anche combattimenti gladiatori. Fu tuttavia Nerone a dare un’impronta distintiva alla zona, costruendo un piccolo anfiteatro per ospitare i Neronia, giochi simili alle Olimpiadi, destinati a glorificare il suo regno e a ripetersi ogni cinque anni (denominati anche Quinquennalia o Ludi quinquennali).

Seconda metà del I secolo d.C.

Era Domizianea e trasformazione dello spazio: Intorno all’86 d.C., Domiziano rivoluzionò completamente la struttura neroniana, erigendo quello che sarebbe passato alla storia come lo Stadio di Domiziano. Questo imponente edificio, lungo circa 275 metri e largo 106, poteva contenere fino a 30.000 spettatori. La sua struttura comprendeva due ordini di arcate sostenute da pilastri in travertino, con semicolonne ioniche al primo ordine e corinzie al secondo, mostrando un’estetica che, indipendentemente dall’uso, era straordinariamente bella e funzionale. Le attività ospitate, denominate agones (giochi), riflettevano l’influenza della cultura greca, non sempre ben vista dai Romani, abituati a divieti sulla costruzione di teatri salvo particolari eccezioni. Col passare dei secoli, il nome dell’area si è trasformato da agone a nagone, poi a navone e infine a navona, come la conosciamo oggi.

Quattrocento e Cinquecento

Dal V al XV secolo, lo Stadio di Domiziano funzionò come luogo di svago, ospitando varie attività sportive. Con il passare del tempo, tuttavia, l’edificio fu progressivamente abbandonato e inglobato nell’evoluzione urbana. Nonostante non sia caduto in rovina immediatamente, i materiali come i pilastri in travertino e le gradinate in marmo furono riutilizzati nel corso dei secoli. L’azione combinata delle alluvioni e delle modifiche antropiche ha fatto sì che il livello del suolo si alzasse di circa 6 metri rispetto all’antichità. Di conseguenza, pochi edifici sfruttarono le rovine dello stadio: alcune case, la primitiva chiesa di Sant’Agnese in Agone con annessi oratori, e case-torri medievali, tipiche del paesaggio urbano romano di quel periodo.

Il Rinascimento e il periodo successivo furono decisivi per l’odierna Piazza Navona. Nel 1477, il mercato cittadino fu trasferito da Campidoglio a Piazza Navona, un cambiamento significativo che coincise con l’apertura della Via Papalis, voluta da Papa Sisto IV. Questo dinamismo trasformò la zona in un fulcro di attività: nacquero botteghe artigiane e molte famiglie nobili costruirono qui le loro residenze signorili lungo la Via Papalis, oggi nota come Via del Governo Vecchio. La piazza divenne sede di un vivace mercato e luogo di manifestazioni tradizionali, come la festa della cuccagna. Durante tale festa, un palo insaponato con premi legati in cima sfidava i partecipanti a scalare per raggiungerli, evento che ha lasciato il nome alla Via della Cuccagna. Inoltre, occasioni speciali vedevano la piazza trasformarsi in un piccolo lago temporaneo, ideale per giochi d’acqua e spettacoli.

Nel 1634, Piazza Navona ospitò la “Giostra del Saracino”, un evento che rievocava sfide cavalleresche medievali. Questi giochi non solo mantennero viva la memoria dell’antica Roma, ma contribuirono anche a rafforzare l’identità culturale del luogo durante il Carnevale. Con l’importanza crescente della piazza nel Cinquecento, altre vie furono aperte per facilitare l’accesso all’area, aumentando così il suo valore sociale e commerciale.

Nella seconda metà del Cinquecento, Papa Gregorio XIII Boncompagni incaricò l’architetto Giacomo della Porta di progettare delle fontane per abbellire ulteriormente la piazza. Questo portò alla creazione della Fontana del Moro e della Fontana del Nettuno, elementi che oggi contribuiscono al fascino storico e artistico di Piazza Navona.

Seicento

Durante il Seicento, Piazza Navona assunse la sua forma attuale, trasformandosi in un’elegante area arricchita da meraviglie architettoniche. Il merito di questa trasformazione spetta a Papa Innocenzo X Pamphilj (1644-1655), che acquisì l’edificio oggi noto come Palazzo Doria-Pamphilj (successivamente divenuto Ambasciata del Brasile). Il pontefice iniziò a vedere la piazza come un’estensione del suo palazzo, una sorta di cortile privato che doveva rispecchiare la magnificenza della sua residenza e onorare la sua famiglia. Per realizzare questa visione, convocò alcuni dei più grandi artisti e architetti del barocco, tanto romano quanto internazionale (tra cui Bernini, Borromini e i Rainaldi), che contribuirono a dotare la piazza di strutture ancora oggi ammirate da milioni di visitatori. Tra queste, spiccano la Fontana dei Quattro Fiumi, progettata da Bernini, e la Chiesa di Sant’Agnese in Agone, basata sui disegni di Borromini.

Nel corso del XX secolo, la piazza subì ulteriori modifiche, in particolare con l’apertura del Corso Rinascimento negli anni ’30. Nonostante questi cambiamenti, Piazza Navona ha conservato la forma dell’antico Stadio di Domiziano, mantenendo viva la memoria del primo monumentale edificio eretto in quel sito.

Cosa vedere a Piazza Navona

Ora che abbiamo esplorato la storia e l’evoluzione di Piazza Navona, è opportuno approfondire alcuni dei monumenti, dei palazzi e delle curiosità che caratterizzano questa zona. Non è solo la Fontana dei Quattro Fiumi a rendere speciale Piazza Navona. Posizionatevi sul lato corto della piazza, di fronte al Palazzo Doria-Pamphilj, e scopriamo insieme altre meraviglie di questa celebre area romana.

Palazzo Doria-Pamphilj

Palazzo Doria-Pamphilj rappresenta l’evoluzione del più modesto palazzetto Pamphilj, originariamente residenza della stessa famiglia, ma che fu radicalmente trasformato, abbellito e ampliato per desiderio di Papa Innocenzo X. È plausibile che il pontefice abbia utilizzato una notevole quantità delle ricchezze familiari per realizzare un lussuoso regalo a Olimpia Maidalchini, conosciuta come “la Pimpaccia”, una figura di spicco nella vita del papa, nota per il suo carattere deciso. Maidalchini ha lasciato un’impronta nella storia anche per le sue presunte attività illecite, tra cui la gestione di un giro di prostituzione, la sua avidità per denaro e potere, e i suoi tentativi di appropriarsi di una parte del tesoro papale alla morte di Innocenzo X.

Con l’estinzione del ramo maschile dei Pamphilj, furono i Doria, attraverso unioni matrimoniali strategiche, a prendere il controllo della famiglia. Ancora oggi, la famiglia detiene il noto palazzo su Via del Corso, sede di una prestigiosa galleria d’arte. Nel 1961, i Doria-Pamphilj cedettero l’edificio al Brasile. Essendo una sede diplomatica, l’accesso al palazzo è limitato, ma chi ha la possibilità di visitarlo rimane incantato dalle opere d’arte, dall’opulenza e dall’eleganza delle sue gallerie e sale. Il cortile interno, cuore di ogni edificio rinascimentale, e le volte delle gallerie, affrescate da Pietro da Cortona, uno dei massimi esponenti del barocco romano, che ha immortalato il ciclo delle “Storie di Enea”, esempio di narrazione pagana all’interno di un palazzo nobiliare romano, sono tra gli elementi più rappresentativi del palazzo.

Palazzo Braschi

Guardando a sinistra, si può ammirare uno dei prospetti di Palazzo Braschi, celebre per essere l’ultimo palazzo principesco costruito su iniziativa di un Papa. Originariamente, le sue fondamenta furono poste nel Quattrocento dalla famiglia Orsini, che possedeva numerosi edifici in città. Dopo vari passaggi di proprietà, anche ritornando brevemente agli Orsini, alla fine del Settecento il palazzo fu acquistato da Pio VI Braschi, l’ultimo pontefice di quel secolo. Pio VI ebbe un destino travagliato, trovandosi coinvolto nei movimenti anticlericali di ispirazione francese che infiammavano Roma, tanto da essere arrestato e costretto a lasciare la città.

Visitare Palazzo Braschi offre oggi la possibilità di esplorare numerose mostre d’arte temporanee che vengono regolarmente organizzate. Ad esempio, al momento della redazione di questo testo, vi è in corso una splendida mostra dedicata a Canova. Oltre alle esposizioni, entrare in Palazzo Braschi significa anche apprezzare gli interni riccamente decorati, dalle monumentali scalinate alle sale ornate con stucchi, tutte esemplificative dell’eleganza e del lusso tipici dello stile settecentesco.

Fontana del Moro

Di fronte a Palazzo Doria-Pamphilj, girandosi a destra, si trova la Fontana del Moro, una delle principali attrazioni di Piazza Navona. La sua creazione fu inizialmente commissionata da Papa Gregorio XIII, che trasformò quello che era un semplice abbeveratoio per cavalli in una fontana di maggior pregio. Giacomo della Porta, celebre per il suo lavoro su numerose fontane romane, fu incaricato del progetto originale nel Cinquecento. Egli adornò la fontana con tritoni, mostri marini e altre figure legate al mondo acquatico, elementi tipici del suo stile e del suo repertorio culturale.

Tuttavia, nel quadro del suo vasto progetto di valorizzazione di Piazza Navona, Innocenzo X incaricò successivamente Gian Lorenzo Bernini di apportare modifiche alla fontana. Fu Bernini a ideare la figura del Moro, che dà il nome alla fontana. Questa figura centrale è rappresentata mentre afferra vigorosamente la coda di un delfino, dal cui muso, situato tra le gambe dell’uomo, sgorga l’acqua. La scultura mostra tutto il dinamismo e l’originalità artistica tipici di Bernini.

Una curiosità interessante riguarda l’ispirazione di Bernini per il Moro: si dice che il maestro si sia ispirato alla statua di Pasquino, una delle famose statue parlanti di Roma, situata non lontano dalla piazza. Pasquino, noto per essere mutilato e per i lineamenti facciali erosi dal tempo, non è certamente un simbolo di bellezza classica. Si narra che Bernini abbia volutamente scelto un modello imperfetto per una delle statue destinate a impreziosire la Piazza Navona di Innocenzo X, forse come sottile riflessione sulla sua relazione tesa con il Papa.

Chiesa Sant’Agnese in Agone

La Chiesa di Sant’Agnese in Agone domina Piazza Navona con la sua imponente cupola, un capolavoro attribuito all’ingegno di Borromini. L’edificazione della chiesa fu commissionata da Papa Innocenzo X nel 1652 e inizialmente affidata a Girolamo e Carlo Rainaldi. Tuttavia, dopo appena un anno, desideroso di un approccio più innovativo e audace, il pontefice incaricò Borromini di prendere le redini del progetto. Nonostante dovesse adattarsi alle strutture già esistenti, Borromini riuscì a trasformare radicalmente il design originale, realizzando una facciata concava che si armonizza perfettamente con la curvatura della piazza.

La struttura è caratterizzata da una facciata leggermente compressa che enfatizza la grandiosità della cupola senza che questa appaia opprimente. Le coppie di piccoli campanili contribuiscono a dare slancio all’edificio, creando un complesso di sorprendente armonia. Entrando nella chiesa, si è accolti da un’atmosfera di profonda contemplazione. L’interno ottagonale offre un senso di intimità straordinario, mentre i numerosi marmi policromi, insieme al candido marmo dei quattro rilievi sugli angoli, creano un perfetto equilibrio cromatico.

Alzando lo sguardo, si può ammirare la calotta della cupola, magnificamente affrescata da Ciro Ferri con la “Gloria del Paradiso”. Le rappresentazioni di angeli e santi in un vortice di nubi invitano i visitatori a levare lo sguardo verso la lanterna della cupola, in un quasi mistico contatto con il cielo. Si consiglia anche una visita alla cripta sotterranea per assaporare l’atmosfera medievale della struttura barocca, originariamente un modesto oratorio eretto secoli prima.

Uscendo dalla basilica, non dimenticate di osservare il ritratto di Papa Innocenzo X sopra il portale d’ingresso, raffigurato in un gesto di benedizione. Questo è anche il luogo della sua tomba, un tributo eterno all’uomo che trasformò Piazza Navona in un gioiello del Barocco, celebrato a Roma e in tutto il mondo.

Fontana dei Quattro Fiumi

Uscendo dalla chiesa di Sant’Agnese in Agone, vi troverete di fronte alla Fontana dei Quattro Fiumi, un capolavoro del Bernini che domina Piazza Navona. Curiosamente, quando Papa Innocenzo X commissionò una nuova fontana monumentale per rendere la piazza il luogo più affascinante di Roma, Bernini non era la prima scelta a causa di alcune sue precedenti proposte ritenute eccessivamente costose e problematiche, e per il rapporto non sempre armonioso con il pontefice. Tuttavia, Bernini adottò un approccio ingegnoso per assicurarsi l’incarico: presentò un modello in bronzo alto due metri, non al Papa direttamente, ma a Olimpia Maidalchini, la potente “Pimpaccia”, persuadendola a favore del suo progetto. Questo modello, interessante per le differenze rispetto alla fontana definitiva, è oggi esposto all’interno di Palazzo Doria-Pamphilj.

La Fontana dei Quattro Fiumi, collocata al centro di Piazza Navona, presenta le personificazioni dei quattro principali fiumi del mondo, tutti rappresentati in pose semidistese e nude. Partendo dalla sinistra, guardando verso la chiesa di Sant’Agnese, troviamo il Rio della Plata, raffigurato con una piccola barba e una testa calva, simboli delle diverse etnie e caratteristiche della sua terra d’origine, con monete ai suoi piedi che simboleggiano la ricchezza del continente. Proseguendo, incontriamo il Danubio, seguito dal Gange, che tiene un remo a indicare la navigabilità del fiume. Infine, il Nilo è rappresentato con un velo che copre il volto, a simboleggiare il mistero delle sue sorgenti all’epoca sconosciute.

La struttura della fontana simula una scogliera con un’apertura centrale che conferisce leggerezza e un’impressione di equilibrio precario, dimostrando la maestria del Bernini. Sopra i fiumi si erge un obelisco di origine egiziana, portato inizialmente a Roma da Domiziano per decorare il suo Stadio. In cima all’obelisco si trova una colomba in bronzo, simbolo dello Spirito Santo e dello stemma araldico della famiglia Pamphilj, evidenziando non solo l’universalità della Chiesa ma anche quella della famiglia papale.

Infine, una leggenda famosa legata alla fontana riguarda il Rio della Plata, che sembra protendere il braccio verso la chiesa come per proteggersi da un crollo imminente dell’edificio progettato da Borromini. Questo gesto è stato interpretato come una presa in giro di Bernini nei confronti del suo rivale, anche se la leggenda è infondata, dato che la fontana fu completata prima della chiesa. La Fontana dei Quattro Fiumi non solo è un’opera d’arte ma è stata anche protagonista in scene di film celebri, come quella del cardinale in pericolo di affogamento in “Angeli e Demoni”, nonostante l’acqua bassa della fontana.

Collegio Innocenziano

Collegio Innocenziano
Fonte: https://www.retedimorestorichelazio.it/dimora/rm/roma-roma/collegio-innocenziano/

Proseguendo la vostra passeggiata a Piazza Navona, con la Chiesa di Sant’Agnese in Agone di fronte, dirigetevi verso destra per osservare un altro significativo edificio voluto da Papa Innocenzo X Pamphilj: il Collegio Innocenziano. Questa istituzione educativa fu creata dal pontefice con l’obiettivo di formare i giovani membri della famiglia Pamphilj, preparandoli a navigare le complessità della vita clericale dell’epoca, specialmente ai livelli più alti.

Il progetto di questo collegio fu affidato a Borromini, che era già impegnato nei lavori della vicina chiesa. Tuttavia, come già accaduto in precedenza, Borromini abbandonò il progetto a causa di continui litigi e incomprensioni con i suoi assistenti e operai, e persino con il committente. Questi conflitti evidenziavano la natura difficile e poco accomodante del carattere del maestro, che spesso portava a tensioni nei suoi cantieri.

Palazzo De Cupis

Palazzo De Cupis
Fonte: https://www.palazzodecupis.com/

Proseguendo la vostra visita, accanto al precedente edificio, vi imbatterete in una pratica architettonica tipica della Roma del Cinquecento: quella di incorporare strutture preesistenti per creare un nuovo, più grande complesso edilizio. Questo fu il caso del Palazzo De Cupis, iniziato nel 1517 dal cardinale Giandomenico De Cupis, cardinale di Trani, che decise di erigere una residenza più sfarzosa e magnifica rispetto al modesto palazzetto che già sorgeva in quel luogo, per celebrare il prestigio della sua famiglia.

La facciata del palazzo, articolata su tre livelli e arricchita da dodici finestre, di cui quelle dell’ultimo piano mantengono ancora le originali cornici del Cinquecento, testimonia in parte l’ambizione del cardinale. Con il passare del tempo, il palazzo cambiò più volte proprietario fino a che, alla fine del Settecento, fu acquisito dalla famiglia Ornano. In seguito a questa transizione, l’edificio fu trasformato in un teatro, divenuto celebre a Roma per le sue rappresentazioni di burattini e spettacoli di ombre cinesi, rivelando così un’altra sfaccettatura del carattere ludico e variopinto di Piazza Navona.

Fontana del Nettuno

Giunti al lato curvo di Piazza Navona, quello affacciato verso Tor Sanguigna e il vicino Tevere, vi troverete di fronte all’ultima delle fontane della piazza, nota per aver incontrato numerosi problemi nel corso dei secoli. Originariamente, come molte altre nella zona, serviva da semplice abbeveratoio. Successivamente, sotto l’egida di Papa Gregorio XIII, Giacomo della Porta fu incaricato di modernizzare e ampliare questa struttura, creando un basamento mistilineo di linee curve e rette che ancora oggi sostiene la fontana.

Inizialmente, la decorazione della fontana era sorprendentemente semplice, consistendo solo in una solitaria colonna, senza le elaborate figure marine e mitologiche che caratterizzano la Fontana del Moro. Il motivo di questa scelta minimalista rimane poco chiaro. Con il passare del tempo, e con l’avvento di Roma come Capitale d’Italia, si sentì il bisogno di arricchire e completare l’opera. Fu così che nel 1873 il Comune di Roma indisse un concorso per rivisitare la fontana, risultando nelle aggiunte che possiamo ammirare oggi: ninfe e sirene che lottano con mostri marini, putti giocosi e cavalli marini frenati da fanciulli.

Al centro di questo tumulto acquatico troneggia la figura di Nettuno, da cui la fontana prende il suo nome moderno. Originariamente, però, era conosciuta come la Fontana dei Calderari, in omaggio agli artigiani che lavoravano il rame e avevano le loro botteghe nelle vicinanze, conferendo alla fontana un collegamento diretto con la vita quotidiana e lavorativa del quartiere.

Chiesa Nostra Signora del Sacro Cuore

Mentre proseguite il giro di Piazza Navona, superando alcuni edifici del Seicento, arrivate a un’altra chiesa che merita attenzione. Originariamente, nel Medioevo, sorgeva in questo sito un piccolo oratorio dedicato a Sant’Andrea. All’inizio del Cinquecento, sotto la direzione dell’architetto Antonio da Sangallo il Giovane, l’oratorio fu completamente restaurato e ampliato, venendo dedicato a San Giacomo, noto per il suo profondo legame con la Spagna, come testimonia il famoso Santuario di Santiago de Compostela. Per questo motivo, la chiesa assunse un ruolo centrale per la comunità spagnola residente a Roma e fu rinominata San Giacomo degli Spagnoli.

Con il passare degli anni, tuttavia, la chiesa perse il suo fascino e la comunità spagnola si spostò verso Piazza di Spagna. L’edificio religioso cadde in abbandono e fu addirittura sconsacrato all’inizio dell’Ottocento. Solo l’intervento di Papa Leone XIII, verso la fine del secolo, rivitalizzò la chiesa, che fu restaurata nel 1881 e affidata a un nuovo ordine religioso. Fu allora che il nome venne cambiato in “Nostra Signora del Sacro Cuore”, denominazione che persiste ancora oggi.

Tuttavia, le vicissitudini della chiesa non terminarono con il restauro. Nel 1931, durante i lavori per la realizzazione del Corso Rinascimento, il transetto della chiesa fu drasticamente ridotto, risultando in una struttura che oggi appare incompleta rispetto al progetto originale di Sangallo.

Conclusione

Abbiamo compiuto un intero giro di Piazza Navona, restando sempre all’interno dei suoi confini. Tuttavia, basta spostarsi appena dietro di essa, ad esempio in Via di Santa Maria dell’Anima, per scoprire chiese rinascimentali e barocche, conversare con la statua parlante del Pasquino, o ammirare, dal lato di Tor Sanguigna, i resti di un’arcata dell’antico Stadio di Domiziano. Questo breve tour è sufficiente per apprezzare la splendida magnificenza di Piazza Navona. Dominata dallo stile Barocco, con capolavori come la Fontana dei Quattro Fiumi e la Chiesa di Sant’Agnese in Agone, la piazza incarna la ricchezza storica di Roma, le cui radici si estendono ben oltre il Seicento.

Tra le tradizioni locali, gli interessi della nobiltà, i piccoli oratori e i mercati rionali, fino alle trasformazioni subite dalle chiese e la storia millenaria che segue ancora il contorno dello Stadio di Domiziano, ogni elemento contribuisce a rendere Piazza Navona un luogo affascinante e sempre nuovo da scoprire. È un luogo che merita di essere visitato più volte, offrendo ogni volta nuove prospettive e dettagli inesplorati, che mantengono vivo l’incanto senza mai stancare.

Domande Frequenti su Piazza Navona

Per cosa è famosa Piazza Navona?

Piazza Navona è famosa per la sua forma ovale unica, che segue il tracciato dell’antico Stadio di Domiziano, e per le sue splendide fontane barocche, tra cui la Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini. È anche un vivace centro di attività turistiche e culturali a Roma.

Perché Piazza Navona si chiama così?

Il nome “Navona” deriva dal latino “in agone,” che significa “in gara,” riferendosi alle competizioni atletiche che si tenevano nello stadio di Domiziano, il cui tracciato è ancora visibile nella forma della piazza. Con il tempo, “in agone” si trasformò in “Navona.”

Cosa facevano i romani a Piazza Navona?

Durante l’antica Roma, i romani partecipavano a competizioni atletiche e giochi nello Stadio di Domiziano, che occupava il sito dell’attuale Piazza Navona. La piazza stessa è stata usata nel Medioevo e nel Rinascimento come mercato e luogo di eventi pubblici.

Che cosa rappresenta la fontana di Piazza Navona?

La Fontana dei Quattro Fiumi, progettata da Gian Lorenzo Bernini, rappresenta i quattro grandi fiumi del mondo conosciuto all’epoca: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata. Questi fiumi simboleggiano i quattro continenti, rispettivamente Africa, Asia, Europa e America.

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