Durante l’epoca paleocristiana, lungo i margini della Via Appia, vennero scavati i grandi cimiteri delle catacombe, tra le quali le più rilevanti furono quelle di San Callisto, che ospitavano la cripta dei Papi, e quelle di San Sebastiano, dove gli apostoli Pietro e Paolo furono temporaneamente sepolti. Nel IV secolo, proprio lungo questa via, fu fondata anche la basilica cimiteriale di San Sebastiano.

Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., la Via Appia cadde progressivamente in disuso a causa della mancanza di manutenzione. Tuttavia, nel 535, lo storico bizantino Procopio la descrisse ancora in buono stato di conservazione. Oggi è ancora possibile ammirare lunghi tratti della via nel Lazio, in Campania, in Basilicata e in Puglia, che conservano intatto il fascino di questa antica e importante arteria.

Per entrare nel sepolcro, si percorreva una scala ripida, ancora intatta ai giorni nostri. L’ambiente funerario è costituito da pareti con file di nicchie destinate a ospitare le olle cinerarie, vasi in terracotta contenenti le ceneri dei defunti. Di fronte alla scala, in una nicchia adornata con materiale calcareo, era collocata l’urna cineraria dei due coniugi menzionati nell’iscrizione sul pannello a mosaico: Cneo Pomponio Hila e Pomponia Vitalina, liberta di Cneo Pomponio. L’ambiente ha una forma rettangolare ed è sormontato da una volta decorata con raffigurazioni di tralci di vite, tra cui si distinguono figure di uccelli e personificazioni mitologiche del dio Amore in sembianze infantili. Sull’edicola centrale della parete di fondo sono dipinte due figure, probabilmente i costruttori del sepolcro, i cui nomi, Granius Nestor e Vinileia Hedone, sono incisi su una lastra marmorea situata in basso.
Le immagini e i riferimenti figurativi presenti nel colombario, come le figure di Dioniso, Orfeo, il centauro Chirone con Achille, Cerbero e il supplizio di Ocno, sono carichi di simbolismo, evocando i diversi destini che l’anima può incontrare nell’aldilà, sia positivi che negativi, secondo la concezione funeraria dell’epoca. La presenza di Orfeo, noto fondatore di culti misterici e maestro di canto e musica, suggerisce una chiara intenzione di indicare un percorso verso la felicità ultraterrena attraverso l’immortalità. Oggi, l’accesso dei visitatori al colombario, situato all’interno del Parco degli Scipioni, è consentito solo a gruppi accompagnati, previa prenotazione obbligatoria.
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