Situato lungo la via Lata (oggi conosciuta come via del Corso), poco prima dell’incrocio con via della Vite, l’Arco di Portogallo, noto anche come Arcus de Trofoli o de Tripolis e arcus triumphalis, era un antico arco romano. Il nome dell’arco deriva dalla vicinanza con il palazzo Fiano, all’epoca residenza dell’ambasciatore del Portogallo, che si appoggiava sulle antiche strutture dell’arco.

Per molti anni, la datazione di questo monumento fu oggetto di dibattito tra gli studiosi, con alcuni che dubitavano della sua reale antichità. Tuttavia, oggi si ritiene che l’arco risalga all’età tardo-antica, probabilmente all’epoca dell’imperatore Aureliano, e si ipotizza che fungesse da uno degli ingressi monumentali al tempio del Sole a Roma. La struttura era realizzata in blocchi di peperino e travertino, con un attico in laterizio. Le colonne, adornate con capitelli compositi, incorniciavano l’unico fornice dell’arco. Tra il 1550 e il 1565, parte delle colonne e della trabeazione furono rimosse.

Nel XI secolo, una significativa porzione dell’Arco crollò, causando la distruzione di vari elementi architettonici e di una parte del fregio, mentre i rilievi rimasero in gran parte intatti. Successivamente, sopra i resti dell’arco furono costruite alcune abitazioni. Nel 1665, l’Arco di Portogallo venne demolito per ordine di Alessandro VII, come ricorda una targa ancora visibile sul muro di Palazzo Fiano. I pannelli risalenti all’epoca di Adriano furono poi trasferiti e conservati nel Palazzo dei Conservatori, all’interno dei Musei Capitolini.
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