Un altro lutto scuote la comunità. Luca Felici, un uomo di 40 anni residente a Velletri, ha perso la vita in un drammatico incidente stradale. La tragedia si è consumata nel tardo pomeriggio di lunedì 6 ottobre, intorno alle 17:00, in via Ara di Stanga. A quanto si apprende dalle prime ricostruzioni, Luca Felici era a bordo del suo scooter quando si è scontrato violentemente con un’automobile guidata da un uomo di 69 anni.
L’impatto è stato fatale. Nonostante l’arrivo tempestivo del personale del 118, per il 40enne non c’è stato purtroppo più nulla da fare. La sua vita si è interrotta bruscamente, lasciando un vuoto incolmabile nella sua città e tra i suoi cari. La salma è stata messa a disposizione della magistratura per le indagini di rito.
La routine spezzata e il conto della sicurezza
Questo ennesimo incidente, il 108° con esito mortale sulle strade di Roma e provincia dall’inizio dell’anno, ci obbliga a riflettere su quanto sia diventato precario il tragitto quotidiano. Luca Felici stava compiendo un gesto banale, un rientro a casa, un veloce spostamento con lo scooter, ma quella routine è stata spezzata da una dinamica ancora da chiarire. La sua storia si aggiunge a un bollettino di guerra silenzioso che sembra non avere fine. Ogni giorno, la strada non è solo un luogo di transito, ma un campo minato dove la distrazione, la velocità o, come in questo caso, una dinamica sfuggente, possono avere conseguenze definitive. L’uomo alla guida dell’auto, un 69enne, è stato sottoposto ai test alcolemici e tossicologici di prassi presso l’ospedale di Velletri, un passo necessario per delineare le responsabilità in una situazione in cui i fatti sembrano parlare da soli, ma la legge esige precisione.
Un’urgenza di prospettiva: non solo numeri, ma vite
L’aspetto più doloroso di queste notizie è la tendenza a ridurle a semplici statistiche: “la vittima numero 108”. Dobbiamo sforzarci di andare oltre i numeri e vedere in Luca Felici una vita spezzata, un insieme di sogni, relazioni e abitudini interrotte. Chi era Luca? Quali erano i suoi progetti? Che tipo di legami aveva? La sua morte non è solo un dato, ma l’ennesima dimostrazione della fragilità umana di fronte alla potenza meccanica di un mezzo e alla casualità di un incrocio.
È un errore considerare questi eventi come “fatalità”. Spesso, dietro l’incidente, si nascondono problemi strutturali: la scarsa illuminazione delle strade, la manutenzione inadeguata del manto stradale, ma anche, e soprattutto, una cultura della guida che non pone la sicurezza come priorità assoluta. La Polizia Locale, che ha il difficile compito di effettuare i rilievi in via Ara di Stanga, è ora chiamata a ricostruire l’esatta dinamica. Il loro lavoro non è solo tecnico, ma essenziale per dare un senso, seppur amaro, a una perdita improvvisa.