Roma, con la sua inestimabile bellezza e il suo flusso ininterrotto di visitatori, rappresenta purtroppo un terreno fertile per la microcriminalità. Per contrastare questa “illegalità diffusa”, i carabinieri della Compagnia di Roma Centro hanno messo in atto un’imponente “attività straordinaria di controllo”, mirata a ripulire le aree più sensibili, da Termini fino al cuore del centro storico. Il bilancio del fine settimana è netto: quattro arresti e tre denunce a piede libero, sette persone colte in flagrante. Questa operazione non è un evento isolato, ma rientra nelle precise strategie del Prefetto per combattere ogni forma di degrado urbano e garantire la sicurezza dei cittadini e, soprattutto, dei numerosi turisti.
L’assalto al lusso e l’affare dei taccheggi
Le dinamiche di furto cambiano drasticamente a seconda del contesto. L’operazione ha evidenziato come i ladri non guardino in faccia a nessuno, né tantomeno al valore del bottino, prediligendo però la merce facilmente rivendibile. In via del Tritone, una coppia di cittadini romeni è stata fermata dopo aver saccheggiato diversi negozi, accumulando occhiali da sole e profumi per un valore che sfiora i 1.850 euro. Un vero e proprio “shopping” criminale, che finanzia il mercato nero della merce griffata. La stessa dinamica si è ripetuta in via del Corso, dove due cittadine armene e un italiano sono stati denunciati per taccheggio, con furti di vestiti e prodotti cosmetici. Questi episodi dimostrano che il taccheggio non è un crimine innocuo, ma una costante emorragia per il commercio legale e una fonte di guadagno rapida per la criminalità.

Il filo conduttore di quasi tutti gli interventi è la figura del turista, la vittima perfetta. I borseggiatori sanno che i visitatori portano contanti e non hanno tempo per seguire le procedure di denuncia. A Monti, all’uscita della metro Cavour, ben tre cittadini romeni sono stati bloccati subito dopo aver derubato un visitatore. Ma la vicenda più grave si è consumata in via Arco del Monte, dove un tunisino ha strappato con violenza la borsa a una turista olandese, spintonandola. La donna è stata soccorsa dal 118, un chiaro segnale che questi reati predatori, i cosiddetti “scippi con strappo”, possono trasformarsi in aggressioni fisiche pericolose. Un altro turista, stavolta statunitense a Colle Oppio, è finito nel mirino di un algerino.
L’operazione dei Carabinieri ha dipinto il quadro di un’illegalità multiculturale: romeni, marocchini, algerini, tunisini, armeni e anche cittadini italiani. Questa varietà di provenienze dimostra che la microcriminalità romana è un ecosistema complesso e opportunistico, non legato a un singolo gruppo etnico, ma unito dal comune obiettivo di sfruttare il caos e la distrazione. L’arresto più significativo in termini di violenza è avvenuto all’Esquilino, dove un cittadino marocchino, colto a taccheggiare in via Gioberti, ha reagito aggredendo l’addetto alla sicurezza. Un piccolo furto che si trasforma in aggressione, indicando che questi individui sono pronti a ricorrere alla forza pur di evitare la giustizia. Le denunce per tentativo di furto, come quelle delle due sorelle bosniache a Piazza Venezia, mostrano come la vigilanza attiva sia l’unico modo per spezzare questa catena.






