Esquilino: chiuso maxi-albergo abusivo da 50 posti in via Napoleone III. Trovate gravi irregolarità

La Polizia di Roma ha messo fine a una situazione di grave illegalità e potenziale pericolo nell’elegante quartiere Esquilino, a pochi passi dalla stazione Termini. È stato sequestrato un presunto “albergo diffuso” abusivo che operava in via Napoleone III. Quello che si presentava come un insieme di cinque distinte strutture ricettive – tra affittacamere e B&B – era in realtà gestito come una singola, grande attività ricettiva. Il problema principale? Era sprovvista delle necessarie autorizzazioni e, soprattutto, di qualsiasi certificazione di sicurezza. Questa operazione solleva ancora una volta il velo sull’abusivismo ricettivo nella Capitale, fenomeno in crescita che sfrutta la domanda turistica ignorando le più basilari norme di legge e di igiene.

Dalle certificazioni false al pericolo elettrico

I controlli effettuati dagli agenti della Divisione polizia amministrativa della Questura hanno rivelato una serie agghiacciante di irregolarità che trasformavano le strutture in vere e proprie trappole per gli ospiti. Le violazioni riguardavano innanzitutto la sicurezza: sono stati trovati fili elettrici scoperti e prese elettriche fissate ai muri con mezzi di fortuna, una situazione che, unita a un ambiente potenzialmente allagato, rappresentava un rischio gravissimo di corto circuito e incendio. Un ventilatore destinato ai clienti aveva il motore sigillato con nastro adesivo da pacchi, segno di riparazioni fai-da-te non professionali. Ma il dettaglio più pittoresco e al contempo inquietante è stato un balcone trasformato in lavanderia, con una lavatrice allagata dalla pioggia ma ancora collegata alla corrente elettrica. Questi elementi evidenziano un’estrema negligenza e un totale disinteresse per la tutela dei clienti e del personale.

50 Posti Letto senza prevenzione incendi

La situazione è stata considerata estremamente pericolosa non solo per le precarie condizioni strutturali ed elettriche, ma anche per le dimensioni effettive dell’attività. Sebbene presentate come piccole strutture separate, la gestione unificata delle cinque unità portava la capacità complessiva a oltre cinquanta posti letto. Questo numero è cruciale: per le strutture ricettive che superano i venticinque posti letto è obbligatorio il certificato di prevenzione incendi. Ovviamente, l’albergo abusivo non possedeva tale certificazione, aggravando ulteriormente la posizione dei gestori. L’assenza di un piano antincendio certificato, in un ambiente caratterizzato da impianti elettrici fatiscenti, rendeva il rischio di un disastro in caso di emergenza quasi inevitabile.

L’abusivismo: un danno economico e sociale

Il sequestro preventivo, convalidato dalla Procura della Repubblica di Roma, ha portato al deferimento dei responsabili alla magistratura per violazioni in materia di sicurezza e falsità documentale, quest’ultima dovuta alla falsificazione di alcune certificazioni tecniche relative agli impianti elettrici. Il punto di vista originale su questo caso è che l’abusivismo ricettivo, concentrato in zone nevralgiche come l’Esquilino vicino alla stazione Termini, non è solo un illecito amministrativo o fiscale. È una vera e propria piaga sociale che mina la sicurezza urbana e danneggia gravemente la concorrenza leale. Questi “alberghi fantasma” non solo evadono le tasse e non pagano le autorizzazioni, ma operano in condizioni di estrema pericolosità, offrendo un’immagine degradata e inaffidabile dell’ospitalità romana. L’operazione della Polizia è un monito necessario contro chi trasforma l’opportunità turistica in un business del rischio a danno dei consumatori e della legalità.

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