L’incidente di mercoledì 29 ottobre in Via della Magliana non è stato un evento comune. Non si è trattato di un semplice tamponamento o di una distrazione alla guida. La dinamica è stata da film: il rimorchio di una bisarca – il colosso che trasporta auto – si è staccato in piena corsa, trasformandosi in un proiettile impazzito che ha colpito due vetture che transitavano nella corsia opposta, una Fiat Panda e una Opel Cross Land X. Se i due automobilisti sono usciti illesi, è stata solo pura fortuna. Questo episodio, avvenuto all’altezza di Ponte Galeria, ci costringe a guardare oltre la cronaca spicciola e a chiederci: fino a quando la sicurezza sarà solo una questione di centimetri e di buona sorte?
La Magliana come metafora del rischio italiano
Via della Magliana è molto più di una strada a scorrimento veloce; è la metafora perfetta di molte arterie urbane italiane, concepite per un traffico e una velocità che non esistono più. È una strada che affronta un carico di mezzi pesanti e un volume di transito per cui non è strutturalmente adeguata. L’incidente della bisarca espone senza filtri il vero problema: l’infrastruttura non regge più il peso dei moderni flussi logistici e veicolari. L’incidente non è casuale; è la conseguenza attesa di un deficit di progettazione e manutenzione, un sintomo della saturazione stradale. Quando un rimorchio si stacca, il problema non è solo il meccanismo di aggancio, ma l’eccesso di stress a cui l’intera infrastruttura è sottoposta quotidianamente.

Il grido inascoltato dei residenti
Le reazioni post-incidente dei residenti e delle figure politiche locali, come il consigliere Marco Palma, non sono state di sorpresa, ma di rabbia sommessa. “Non mettere i dossi su via della Magliana prima o poi ci farà scappare il morto,” tuona un abitante. Questo non è allarmismo, ma l’amara constatazione di chi vive il pericolo ogni giorno. La richiesta di dossi, di allargamento della carreggiata e di maggiore sicurezza non è una novità, ma l’ennesima istanza ignorata dalle amministrazioni. Il punto non è solo l’alta velocità, ma la coesistenza forzata tra mezzi pesanti che dovrebbero transitare su autostrade e aree residenziali. La vicinanza della fermata Cotral, dove l’incidente avrebbe potuto trasformarsi in una vera e propria strage, è un drammatico promemoria del costo umano potenziale dell’inerzia politica.
Il consigliere Palma ha ragione nel riproporre il tema dell’allargamento della strada, definendolo “ormai inevitabile”. L’incidente della bisarca ci fornisce il dato oggettivo: non basta mettere toppe. Non basta un senso unico alternato in attesa della rimozione. Serve un ripensamento strutturale di Via della Magliana. La strada, stretta e sovraccarica, non offre margini di errore né per un guasto meccanico né per una distrazione. Fino a quando non si impegneranno fondi concreti e un piano di sviluppo serio, si continuerà a vivere con l’ombra di un incidente potenzialmente mortale. La strage è stata sfiorata, non scongiurata per merito. Dobbiamo accettare che la fortuna non può essere l’unica strategia di sicurezza stradale.






