Roma, donna denunciata per aver lanciato feci contro gli affreschi in una basilica

Un’azione sconsiderata ha turbato la quiete di uno dei luoghi di culto più importanti di Roma, la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Un martedì mattina, intorno alle 10, una donna di origine austriaca è entrata nella chiesa e ha commesso un gesto di vandalismo inimmaginabile. Senza alcun preavviso, ha estratto una busta e ha lanciato degli escrementi contro alcuni affreschi e in direzione dei banchi di preghiera, seminando sconcerto tra i presenti.

Fortunatamente, l’impatto di questo atto vandalico è stato contenuto. Come confermato dalla Basilica stessa, sono state prese di mira le opere d’arte “più moderne” e, soprattutto, protette da lastre di plexiglass. Questo ha evitato danni irreparabili a capolavori storici. L’intervento della polizia è stato immediato: una volante del commissariato San Giovanni è arrivata sul posto, ha effettuato gli accertamenti necessari e ha denunciato la donna per danneggiamento di luoghi sacri e religiosi.

Un atto senza movente

L’episodio, oltre a generare indignazione, lascia aperte molte domande. L’assenza di un movente chiaro, di una rivendicazione o di un messaggio esplicito, trasforma questo gesto in un atto di pura e inspiegabile follia. È un evento che sottolinea la vulnerabilità del nostro patrimonio culturale di fronte a comportamenti imprevedibili, ma che, allo stesso tempo, ci ricorda come la tempestività delle misure di protezione e l’efficace intervento delle forze dell’ordine siano essenziali per preservare la storia e la bellezza che le nostre città custodiscono.

Un luogo di storia e spiritualità

L’attacco è ancora più grave se si considera il valore storico e spirituale della Basilica. Nata all’interno delle antiche Terme di Diocleziano, su progetto di Michelangelo, la chiesa è un unicum a Roma, un luogo di pace dedicato agli angeli e ai martiri. L’azione della donna rappresenta una violazione non solo di un edificio, ma della memoria storica e del profondo rispetto che un luogo del genere merita. Tuttavia, l’atto non può cancellare la grandezza di un sito che ha resistito per secoli e che continuerà a essere un faro di arte e fede.

La Capitale, con il suo immenso patrimonio artistico e religioso, è un bersaglio costante di gesti che variano dal semplice atto vandalico a manifestazioni di profanazione più complesse. Gli episodi più noti riguardano spesso imbrattamenti con scritte o simboli sulle mura esterne o su monumenti. Tuttavia, sono stati segnalati anche casi più gravi, come danneggiamenti volontari a statue o arredi sacri all’interno di luoghi di culto, spesso compiuti da individui con disturbi psicologici o in preda a un raptus. Questi atti, pur nella loro diversità, sottolineano la costante sfida nel proteggere un patrimonio così vasto e accessibile da gesti imprevedibili e isolati.

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