1 settembre – Giove Tonante in Campidoglio

In età arcaica il mese di Settembre era dedicato a Pomona, elargitrice agli Uomini dei doni della Tellus, dea dei frutti che crescono spontaneamente sugli alberi. Tuttavia, il mese venne successivamente consacrato anche a Giove, dato che il suo culto imponeva delle celebrazioni già alle Calende, seppur le fonti antiche non riportano alcuna cerimonia ufficiale.
Se il culto di Giove vedeva onorato questo dio già il primo giorno del mese, oltre che alle None, in realtà è alle Idi che il padre degli dei veniva onorato con più fervore. In ogni caso, quattro templi della Roma antica vennero consacrati a Giove proprio nel periodo tra il 1° e il 13 Settembre.

Statuetta bronzea di Giove Capitolino, I-II secolo a.C., Metropolitan Museum of Art, New York.
Esattamente il 1° Settembre del 22 a.C., fu edificato un primo tempio a Giove Tonante per volere di Augusto, in seguito a un segno verificatosi: durante una campagna militare in Spagna, il Princeps fu risparmiato da un fulmine che gli era caduto vicino (colpendo invece un suo schiavo). Noto per la sua magnificenza, possedeva muri in marmo e conteneva numerose opera d’arte, come una splendida raffigurazione del ratto di Ganimede. A quanto pare, Augusto vi si recava di frequente. Ed egli sognò Giove che si lamentava della popolarità del più recente tempio, causando l’abbandono del più antico santuario a Giove Capitolino. Augusto affermò che Giove Tonante era una sorta di guardiano di Giove Capitolino, e fece appendere dei sonagli ai timpani del tempio di Giove Tonante, il che vuol dire che il più recente tempio doveva trovarsi vicinissimo all’ingresso di quello più antico. In alcune monete augustee è stato raffigurato l’edificio sacro: esastilo e con una statua di Giove coi fulmini in mano, forse una riproduzione di una famosa opera dello scultore greco Leocare.
Giove, assoluto dominatore del cielo, era un’antica divinità legata alle forze della natura. In età arcaica veniva identificato con delle pietre sacre considerate fulmini pietrificati, sulle quali si prestavano i giuramenti. Ebbe molti epiteti: Feretrio (connesso all’albero sacro; termine che deriva dal verbo “ferire” inteso come atto di colpire o come giuramento, oppure dal verbo “portare” in qualità di portatore delle spoglie nemiche e della pace), Elicius (dio della pioggia), Tonante (signore dei tuoni), eccetera. Venne identificato col greco Zeus, dio dei tuoni, dei fulmini e dei cieli. Tuttavia, a differenza di Zeus, Giove ebbe maggiori legami con la sfera politica, con le leggi, e con gli ideali di giustizia e senso dello Stato. In qualità di “padre degli dei” era l’arbitro di tutte le contese, divine e umane.
Giove “tonante” in una scultura risalente al 100 a.C. circa. Di I, Sailko, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16480594
Antonietta Patti
Archeologa
BIBLIOGRAFIA
- Lucio Cassio Dione Cocceiano, Historia Romana, LIV, 4;
- A. Ferrari, Dizionario di Mitologia, UTET, Novara 2015;
- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, vol. XXXIV, 78-79; vol. XXXVI, 50;
- C. Svetonio Tranquillo, De Vita Caesarum, Augusto, XXIX; XCI.