22 febbraio – Caristia

Il 22 Febbraio avveniva una celebrazione strettamente privata chiamata Caristia o Cara Cognatio, in onore dei Lari domestici, ancora festeggiata in età cristiana.
In questo giorno i propinqui (“parenti”) che non si erano macchiati di orrendi delitti si riunivano per onorare le divinità della famiglia, attraverso sacrifici di animali (quali maiali e montoni) e offerte di incenso, vino e libagioni.
I Lari, ritratti con una veste annodata ai fianchi, avrebbero consumato il banchetto insieme alla famiglia riunita, mentre i partecipanti vestiti di bianco si scambiavano regali e appianavano le divergenze, facendo la pace se c’erano stati dei litigi.
È possibile che anche questo banchetto si tenesse presso le tombe dei propri cari, a simboleggiare l’eterno legame familiare. Il rituale dei Caristia è molto simile a quello che chiudeva il periodo del lutto (novendiales), quando si sacrificava un montone al Lar Familiaris, che custodiva la casa.
Alla sera, prima di andare a dormire, si versava del vino sul larario della casa, dopo aver bevuto alla salute dei propri antenati.
I Lari erano le divinità custodi delle famiglie e delle strade. Secondo il mito, erano figli di Lara-Tacita Muta e Mercurio, ma ogni uomo meritevole, pio e onorevole avrebbe potuto diventare un Lare dopo la morte. Venerati nel larario domestico, i Lares domestici presiedevano alle attività della famiglia alla quale erano legati grazie al legame indissolubile con il Lar familiaris, una sorta di capo di questi divini custodi.

Casa dei Vettii, Larario. CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=313178
Antonietta Patti
Archeologa
BIBLIOGRAFIA
- Marco Tullio Cicerone, De legibus, II, 55;
- A. Ferrari, Dizionario di Mitologia, UTET, Novara 2015;
- Marziale, Epigrammi, IX, 54-55;
- P. Ovidio Nasone, Fasti, libro II;
- Valerio Massimo, Factorvm et Dictorvm Memorabilivm Libri Novem, libro II, 1, 8;
- Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, De idolatria, X, 3.