25 aprile – Robigalia

Dai Fasti Prenestini apprendiamo che al V miglio della Via Clodia si svolgevano un sacrificio, dei giochi e delle corse rituali, affinché Robigus non recasse danno alle messi.
Robigus era la personificazione della ruggine del grano, una malattia della pianta, e al V miglio della Via Clodia si trovava il bosco sacro (lucus) dedicatogli. Ovidio racconta che il flamin Quirinalis (il sacerdote del culto di Quirino, uno dei flamines maiores) presiedeva al sacrificio di un cagnolino dal pelo rossiccio e una pecora, le cui viscere venivano portate in processione fino al bosco sacro dove venivano bruciate. Chi partecipava alla processione doveva obbligatoriamente vestire di bianco. Tuttavia, Ovidio ha nominato la divinità “Robigo” e ha posto il lucus lungo la Via Nomentana, e per questo è ritenuto una fonte incerta.
La festa dei Robigalia, istituita da Numa Pompilio, era in onore di Marte: s’invocava la sua difesa per la salvezza della comunità e dei raccolti dalle incursioni dei nemici e delle malattie.
Forse il rituale era di origine etrusca.

Particolare della lastra dei Fasti Prenestini, Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme, Roma. Di © Marie-Lan Nguyen / Wikimedia Commons, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8784173
Antonietta Patti
Archeologa
BIBLIOGRAFIA
- Ferrari, Dizionario di Mitologia, UTET, Novara 2015;
- Lucio Giunio Moderato Columella, Opera Agricolationum, X, 342 – 343;
- Ovidio Nasone, Fasti, libro IV;
- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, vol. XVIII.