4/19 novembre – Ludi Plebei

Il nono mese del calendario di Romolo era povero di festività, poiché gli uomini erano impegnati in alcuni lavori agricoli, come la semina. L’unica festività del mese risultava essere, di fatto, quella dei Ludi Plebei: i giochi più importanti della Roma antica dopo i Ludi Romani, e forse nati per controbilanciare questi ultimi.
Se in epoca regia la festa era concentrata in un solo giorno, nel calendario repubblicano il periodo dei giochi durava diversi giorni. Il 4 Novembre, con lo spettacolo del Lusus Troiae, era la data in cui si aprivano i Ludi, replicando quei giochi equestri narrati nell’Eneide, celebrati per la commemorazione della morte di Anchise, padre di Enea.
Quando il Circo Flaminio venne costruito, per volere di Gaio Flaminio Nepote, intorno al 220 a.C., i giochi venivano presieduti dagli edili plebei e celebrati nella suddetta struttura solo il 14 Novembre. Tuttavia, nel giro di qualche decennio, i giorni dei Ludi crebbero fino a raggiungere le 16 giornate di gare e spettacoli. Tito Livio sottolineò come in un anno furono ripetuti tre volte i rituali dei Ludi Plebei, a causa di un errore umano che ne impediva la corretta prosecuzione.
Sappiamo che durante gli spettacoli teatrali dei Ludi Plebei del 200 a.C., Plauto presentò al pubblico la sua nuova commedia intitolata Stichus: quindi ludi scaenici, ovvero spettacoli teatrali, si alternavano a ludi circences, simili agli agoni greci, nel Circo Flaminio. Tuttavia, il fulcro degli spettacoli rimasero sempre i giochi nel circo, che si tenevano il 14 Novembre.
I Ludi Plebei furono fondati da Numa Pompilio, secondo Cicerone. Mentre uno scoliasta di Cicerone riportò che vennero istituiti in seguito alla nascita della Repubblica, dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo, oppure quando venne ritrovata la pace tra patrizi e plebei dopo la secessione dell’Aventino (449 a.C.): i Ludi Plebei simboleggiavano così la libertà della plebe romana.
È probabile che quest’ultimo evento sia stato quello determinante per la nascita di questa ricorrenza. In seguito alla secessione dell’Aventino infatti, vennero promulgate le leggi Valerie-Orazie, con le quali venne istituita la carica dell’edile plebeo: il magistrato che aveva il compito di occuparsi proprio di questa particolare festività.
È stato ipotizzato che la festa fosse molto antica, e quando venne istituita non fosse pubblica (pro populus), ma “privata”, poiché riservata alla plebe. Soltanto in età medio-repubblicana, nel momento in cui vennero concesse cariche politiche anche alla plebe, i Ludi Plebei vennero introdotti nel calendario pubblico romano.
All’interno delle celebrazioni dei Ludi Plebei rientravano anche altre manifestazioni religiose. Lo Iovis Epulum fu istituito nel 123 a.C., e prevedeva alle Idi di Novembre (il 13) lo svolgimento di un banchetto sacrificale al Campidoglio in onore della Triade Capitolina, forse connesso ai culti delle dee Feronia e Fortuna Primigenia, proprio come accadeva a Settembre. Mentre i Ludi Equorum Probatio del 14 Novembre, consistevano in una sfilata dei carri e dei cavalli che gareggiavano durante i Ludi Plebei, insieme ai cavalieri, la cui armatura veniva decorata dai riconoscimenti militari. Per concludere, durante i Ludi Plebei si tenevano sicuramente mercati e fiere.

Mosaico romano del I secolo a.C. raffigurante le maschere tragica e comica (Roma, Musei Capitolini)
Antonietta Patti
Archeologa
BIBLIOGRAFIA
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- Servio Mario Onorato, Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, VIII, 564;
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- Marco Terenzio Varrone, De re rustica, libro I, 34.