La Villa dei Gordiani

La Villa dei Gordiani si trova in un’area oggi occupata dall’omonimo parco pubblico, situata tra il II e il IV chilometro della via Prenestina. Il nome della villa deriva dalla famiglia imperiale del III secolo d.C., che si presume ne fosse la proprietaria e che annoverava tre imperatori: Gordiano I, Gordiano II e Gordiano III. Tra il 1954 e il 1960, gli scavi condotti nell’area hanno portato alla luce i resti di una villa risalente alla tarda Repubblica, composta da una zona residenziale con atrio e una sezione destinata a magazzini e locali di servizio.

Sul lato settentrionale della via Prenestina si trovano i resti più significativi della Villa dei Gordiani, tra cui il Mausoleo, risalente agli inizi del IV secolo d.C., la basilica adiacente, due cisterne e due grandi aule databili alla metà del III secolo d.C. In epoca medievale, alcune strutture della villa furono adattate e fortificate; tra il XII e il XVII secolo, l’area subì una profonda trasformazione a opera delle famiglie nobili romane che ne erano proprietarie. Alla fine del 1800, i principi Del Drago e Lancellotti divisero l’area in due proprietà distinte. Tra il 1928 e il 1930, nacque la borgata Gordiani, che fu completamente demolita nel 1980.

Il Mausoleo dei Gordiani è un edificio funerario di forma circolare, costruito in laterizio, con un’altezza di circa 17,72 metri e un diametro di 19,05 metri, articolato su due livelli. Il livello superiore, utilizzato per le cerimonie funebri, conserva parte della cupola originale, caratterizzata da sette nicchie interne, rettangolari e semicircolari, che ospitavano statue. La nicchia centrale, più ampia, era incorniciata da due colonne con frontone. La volta a tutto sesto, decorata con pitture parietali, era illuminata da quattro oculi, di cui due ancora conservati. Le superfici esterne erano rivestite con intonaco colorato, mentre il podio e il basamento erano probabilmente rifiniti in marmo. La facciata, che crollò nel XVIII secolo, presentava un portico con una scalinata orientati verso la via Prenestina.

Il livello inferiore del mausoleo, destinato alle sepolture, comprendeva un corridoio che circondava l’intero piano, con nicchie semicircolari e rettangolari e un pilone centrale di sostegno. Sotto il portico e la scalinata si trovano resti di ambienti di cui non è stato possibile determinare l’utilizzo. Aperture nelle mura garantivano una buona illuminazione e ventilazione. All’esterno, il piano inferiore era rialzato da tre gradini, circondati da uno scivolo realizzato con tegole e cocci, che convogliava l’acqua piovana verso una fognatura, posizionata vicino all’ultimo gradino del basamento.

Accanto al Mausoleo si trovano i resti di una basilica con una pianta a forma di circo, simile alle basiliche cristiane dotate di deambulatorio. La struttura era suddivisa in tre navate che si concludevano ad arco in direzione dell’abside. Di questo edificio sopravvivono alcuni pilastri sormontati da archi realizzati in opus vittatum, una tecnica che combina mattoni e blocchi di tufo. Il muro perimetrale definisce una pianta di circa 67 metri di lunghezza, con la facciata orientata verso est, leggermente obliqua rispetto all’asse principale. La navata centrale terminava in un’esedra, delineata da un muro che univa due pilastri opposti.

Durante gli scavi archeologici del 1983-84, si cercò di determinare l’età esatta della struttura e di capire se vi fosse una connessione con il Mausoleo o eventuali trasformazioni in stile cristiano. Tuttavia, questi scavi, condotti lungo il perimetro esterno del monumento, non fornirono risposte definitive, ma permisero di scoprire numerose tombe ad inumazione, per lo più scavate nel tufo e coperte con tegole e coppi.

Tra i resti del complesso si trovano i ruderi dell’Aula Ottagonale, un edificio risalente al III secolo d.C., probabilmente un ninfeo, caratterizzato da una forma ottagonale con aperture circolari che permettevano l’illuminazione interna. La cupola, a tutto sesto, era alleggerita mediante l’uso di anfore inserite nella struttura. Nel XIII secolo, l’edificio fu trasformato in una torre, sostenuta da un ampio pilastro cilindrico che fungeva da supporto per le scale che conducevano ai vari piani.

Questa torre fu utilizzata come torre di avvistamento, e nel 1347 le truppe dei Colonna, in marcia da Palestrina verso Roma per combattere contro Cola di Rienzo, ne fecero un accampamento militare. Nel 1422, la proprietà passò definitivamente ai Colonna, e nel 1571 fu acquisita dalla famiglia di Vincenzo Rossi dello Schiavo, da cui deriva il nome attuale: Tor de’ Schiavi. Negli anni ’60, il parco fu riqualificato e denominato Parco archeologico di Villa Gordiani, suddiviso in due settori separati dalla via Prenestina: da un lato si trovano Tor de’ Schiavi e dall’altro il Mausoleo dei Gordiani.

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