3/5 gennaio – Compitalia e Ludi Compitales

3/5 gennaio - Compitalia e Ludi Compitales

Dal 3 al 5 Gennaio si svolgevano offerte ai Lari Viali e Compitali. Questi erano i  numi dei compita, anche chiamati pertusa, ossia gli incroci delle vie, di città e di campagna, dove spesso si trovavano delle edicole aperte.

Questi luoghi sacri edificati nelle campagne si trovavano a confine tra diverse proprietà terriere. La loro particolarità era che, con le sue quattro aperture, questo tipo di edificio consentiva ai proprietari di frequentarlo senza dover passare su una proprietà altrui. Gli abitanti delle campagne infatti, richiamati da una tromba, vi si riunivano per compiere sacrifici. Questi sacella dei Lari Compitales nelle campagne erano luoghi d’incontro in cui si svolgevano assemblee popolari e aste pubbliche.

Una prima leggenda racconta che la festa venne istituita da Tarquinio Prisco, quinto re di Roma, dopo aver notato gli eventi eccezionali che riguardavano Servio Tullio, ritenuto figlio di un Lare sorto dal focolare della reggia.

Un altro racconto indica Servio Tullio, sesto re di Roma, come istitutore dei compita quale suddivisione religiosa della città. Questi luoghi di culto segnavano i confini tra le regioni in cui era suddivisa l’Urbe: uno di questi si trovava a un angolo del pomerium del Palatino.

Un’altra leggenda attribuisce invece a Tarquinio il Superbo, settimo re di Roma, l’istituzione di questa festa. In cambio della pace, un oracolo gli aveva imposto come pagamento una “testa” per salvare una testa. Interpretando il volere divino come un’istigazione al sacrificio umano, il re ordinò di sacrificare dei bambini. Dopo la cacciata dei re Tarquini, questa usanza venne eliminata da Lucio Giunio Bruto, primo console di Roma, che invece di teste umane, fece sacrificare delle teste d’aglio.

Infatti, la notte tra il 2 e il 3 Dicembre era usanza appendere, presso questi sacella o sulla porta di casa, delle palle o manichini di lana (pilae) e delle statuette maschili e femminili (oscilla). Le pilae rappresentavano gli schiavi, e dovevano essere esattamente tante quanti gli schiavi che la famiglia possedeva, mentre gli oscilla corrispondevano ai membri della famiglia.

Un’altra ipotesi indica le pilae e gli oscilla quali feticci posti in sostituzione dei sacrifici umani che venivano eseguiti in età preromana in onore dei Lares e alla loro madre, Mania o Mana. Una leggenda indicava quale madre dei Lari la dea Tacita, in origine una naiade che denunciò a Giunone la tresca di Giove con Giuturna, per questo motivo il dio le tagliò la lingua, e la punì facendola portare negli Inferi. Tuttavia, durante il viaggio, Mercurio, a cui era stata affidata, la violentò e concepì con lei i Lari.

Il 3 Gennaio si teneva una lustratio: un rituale di purificazione che comprendeva una processione guidata dai vicomagistri, nelle quali si accompagnavano le effigi dei Lari Compitali. A questi poi venivano sacrificati maiali ingrassati e dei dolci al miele. “Die noni popolo romano quiritibus compitalia erunt” era la frase con la quale la festa iniziava.

Probabilmente, anche a livello privato le famiglie svolgevano dei sacrifici, non solo in onore dei Lari, ma anche al Genius Loci e ai Penati, le divinità protettrici della casa, forse persino a Ercole e Mercurio.

Si sacrificavano maiali e libagioni di incenso e vino, sui larari inghirlandati. In questa occasione però, i sacrifici venivano svolti dai servitori e dagli schiavi della famiglia, un servizio per il quale ricevevano una ricompensa, come se fossero stati uomini liberi.

Collegati a questi sacrifici erano i cosiddetti Ludi Compitales: le gare, i giochi e gli spettacoli teatrali che si tenevano presso i compita e lungo le vie vicine. Questi Ludi vennero aboliti nel 64 a.C, a causa delle guerre civili che insanguinarono Roma. Ripristinati, furono nuovamente soppressi da Giulio Cesare, per poi essere definitivamente reintrodotti da Ottaviano Augusto. Il primo imperatore di Roma infatti, aveva restaurato antiche usanze, innovandole: oltre ai Lares Compitales, nel compita,  aveva trovato posto l’immagine del genio di Augusto, protettore del benessere e della pace dell’intero popolo romano.

Affresco di larario con Lari danzanti, Genio della famiglia sacrificante, e serpenti agathodemoni, proveniente da Pompei, Museo Archeologico Nazionale di Napoli (di By Sailko – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30966835).

Antonietta Patti
Archeologa


BIBLIOGRAFIA

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