La Colonna di Marco Aurelio

Nel cuore di Roma si erge una colonna onoraria che narra le imprese di un grande imperatore nelle sue campagne militari. Il pensiero corre subito alla celebre Colonna Traiana. Tuttavia, non è di questa che stiamo parlando, bensì di un monumento molto simile, eretto in onore di un altro imperatore: la Colonna di Marco Aurelio, situata nel Campo Marzio e oggi al centro della piazza che prende il suo nome, Piazza Colonna.

La costruzione della Colonna di Marco Aurelio fu probabilmente decisa intorno al 176 d.C., in seguito alle campagne sarmatiche, per celebrare le vittorie dell’imperatore lungo il Danubio. Il progetto si ispirò alla Colonna Traiana, ma adottò uno stile differente nei rilievi, riflettendo il gusto popolare che stava emergendo in quegli anni. Dopo la morte dell’imperatore nel 180 d.C., i lavori furono completati dal figlio e successore Commodo tra il 187 e il 192 d.C.

Di Barosaurus Lentus – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7268140

La Colonna di Marco Aurelio, simile alla Colonna Traiana, raggiunge un’altezza di circa 100 piedi ed è composta da 19 rocchi cilindrici di marmo di Luni, una colonia romana dal II secolo a.C., conquistata dopo la guerra contro i Liguri-Apuani. Su questi rocchi si sviluppa un fregio scolpito, che, pur essendo più corto rispetto a quello traianeo, presenta scene più ampie e meno avvolgimenti, con 21 spirali. La colonna raggiungeva un’altezza totale di 42 metri, inclusa la base, e originariamente era sormontata da una statua in bronzo dell’imperatore, successivamente sostituita con quella di San Paolo. Il fregio, suddiviso in 115 scene, raffigura gli eventi delle campagne militari di Marco Aurelio contro i Germani e i Marcomanni tra il 171 e il 173, e contro i Quadi e i Sarmati tra il 174 e il 175. A differenza della Colonna Traiana, le scene non sono disposte in ordine cronologico.

Come nella Colonna Traiana, anche sulla Colonna di Marco Aurelio le scene di battaglia si alternano a momenti di trasferimento delle truppe e ad altre scene di vita militare. Il rilievo fa ampio uso della ripetizione di figure e gesti, e il frequente impiego del trapano per scolpire barbe e dettagli conferisce maggiore profondità e volumetria alle figure. Le composizioni sono semplificate, con messaggi più diretti e immediati; l’imperatore è spesso rappresentato frontalmente e in posizione centrale rispetto ai suoi dignitari. Rispetto alla Colonna Traiana, la narrazione risulta più crudele, con scene di morte e distruzione che trasmettono un senso di maggiore violenza e angoscia.

Di Barosaurus Lentus – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7268320

Sulla colonna appare per la prima volta un intervento soprannaturale, rappresentato nella scena del “Miracolo della pioggia”. In questa raffigurazione, Giove è mostrato come un fiume, con le braccia aperte da cui scaturiscono getti d’acqua, che miracolosamente salvano i soldati della XII Legio, accerchiati dai Quadi, inondando e devastando le file nemiche. Nel 1589, papa Sisto V ordinò un restauro del monumento, che era stato lasciato in stato di abbandono per secoli. Durante i lavori, supervisionati da Domenico Fontana, i fregi originali del basamento furono purtroppo distrutti e sostituiti con un’iscrizione che erroneamente attribuiva la colonna ad Antonino Pio. Inoltre, sulla sommità della colonna fu eretta una statua in bronzo di San Paolo.

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