La Casa dei Crescenzi e il Medioevo a Roma

Casa dei Crescenzi

A chi sostiene che Roma è una città senza Medioevo, nella quale cioè il Medioevo non ha lasciato tracce – sommerso dalle rovine e dai fastosi resti di altre epoche – bisogna suggerire di percorrere Via Petroselli (l’antica Via dell’Anagrafe), fermandosi poco prima della Bocca della Verità, dove, sul marciapiede di destra si erge la cosiddetta Casa dei Crescenzi, che i romani durante i secoli anche hanno chiamato erroneamente Casa di Cola di Rienzo o addirittura Casa di Pilato.

Si tratta invece dei suggestivi resti di una Torre dei Crescenzi, la più potente famiglia di Roma in piena epoca medievale, tra il X e il XII secolo, eretta a guardia del vicino passaggio sul Tevere, sfruttando, come avvenne per molti edifici di Roma, precedenti annessi urbanistici.

Dopo i fasti dell’impero e successivamente alla sua disgregazione, la popolazione di Roma scese drasticamente di numero. Dalle scarse centomila presenze del VI secolo d. C., mantenutesi costanti per tutto l’Alto Medioevo, la popolazione diminuì ancora nell’XI secolo dopo il sacco di Roma ad opera dei Normanni di Roberto il Guiscardo, divenendo di sole 30.000 unità. E proprio intorno all’anno Mille, le vicende dei Crescenzi si intrecciarono strettamente con quelle del papato, e in particolare con uelle di Gerberto di Aurillac, nato in data incerte nella provincia francese dell’Auvergne, considerato l’uomo più sapiente dei suoi tempi, e diventato Papa nel 999 d.C. con il nome di Silvestro II.

All’epoca la famiglia dei Crescenzi era diventata protagonista della scena romana. Tornato a Roma dopo la morte dell’Imperatore Ottone III, suo protettore, Silvestro II fu pubblicamente umiliato dai Crescenzi, guidati dal capofamiglia Giovanni. E ombre lunghe e leggendarie pesano perfino sulla morte di Silvestro II, avvenuta all’improvviso e con clamore mentre celebrava la messa la mattina del 3 maggio del 1003 d.C. in Santa Croce in Gerusalemme. Sospetti e pettegolezzi riguardarono a lungo Stefania, la moglie di uno dei Crescenzi, che avrebbe fatto avvelenare il Papa come vendetta indiretta nei confronti di Ottone III che aveva fatto uccidere suo marito nelle segrete di Castel Sant’Angelo.

Questa atmosfera di intrighi all’ombra delle chiese e degli antichi tempi di Roma si respira ancora visitando l’antica casa dei Crescenzi.

Il potere dei Crescenzi a Roma durò a lungo: dopo la morte di Ottone III, avvenuta l’anno prima di Silvestro, nel 1002 d.C., il figlio di Crescenzio “Nomentano”, Giovanni di Crescenzio, assunse il governo della città, con il titolo di patricius: sotto la sua diretta influenza vennero eletti i quattro papi successivi, Giovanni XVII (1003), Giovanni XVIII (1004.1009), Sergio IV (1009-1012) e Gregorio V. I Crescenzi avevano accresciuto i loro poteri grazie a matrimoni favorevoli e i diversi rami della famiglia – Crescenzi Stefaniati e Crescenzi Ottaviani – ormai vantavano i loro possedimenti in molte zone del Lazio, compresa l’intera Sabina.

Resti di questo lungo potere – durato ancora per diversi secoli (la famiglia si estinse nel Settecento) – si trovano anche nel centro di Roma, con numerose abitazioni nel rione Sant’Eustachio, tra il Pantheon e San Luigi dei Francesi, compresa la Torre de’ Crescenzi, una delle torri medievali più famose di Roma, oggi completamente inglobata nell’area di Palazzo Madama e delle costruzioni del Senato della Repubblica.

Fabrizio Falconi

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