Nel cuore dell’Europa orientale, nel centro della penisola anatolica, si trova la Cappadocia, una delle regioni più prosperose, la cui storia si è strettamente intrecciata con quella del grande impero romano. Inizialmente, questo territorio fu alleato di Antioco III durante la Guerra Siriaca, ma successivamente si schierò con la Repubblica romana nel corso della Terza Guerra Macedonica.
La Cappadocia divenne una provincia romana nel 17 d.C., sotto l’imperatore Tiberio, il quale, in onore di Ottaviano Augusto, ribattezzò Mazaka, la città più importante della regione, con il nome di Caesarea. La posizione geografica strategica della città favorì i commerci tra le coste occidentali dell’Anatolia e le regioni vicine alla Mesopotamia. Caesarea era situata “ai piedi del monte Argeo, il più alto tra quei monti, la cui vetta è perennemente coperta di neve; coloro che hanno scalato la cima (pochi in verità) raccontano che, in giornate serene, si possono vedere da lì entrambi i mari: il Pontico e quello di Isso” (Geografia, Strabone).
Il territorio circostante il centro urbano di Caesarea era caratterizzato da una grande varietà di paesaggi, con aree paludose e vulcaniche che, tuttavia, non impedivano agli abitanti di vivere nella regione. Anzi, il monte Argeo offriva una riserva di legname senza eguali nel resto della Cappadocia. Tuttavia, il suolo era particolarmente arido; secondo Strabone, sotto uno strato superficiale di sabbia si trovava uno strato di pietre, rendendo il terreno poco adatto alla coltivazione e costringendo gli abitanti a importare beni agricoli da regioni più distanti.
La conformazione vulcanica della zona presentava sfide significative: era inadatta all’allevamento del bestiame e pericolosa per coloro che non erano nativi della regione, poiché le fonti storiche riportano frequenti fratture nel terreno che causavano la morte di persone e animali. Tuttavia, la pietra vulcanica che caratterizzava il paesaggio della Cappadocia permetteva agli abitanti di scavare abitazioni direttamente nella roccia, una pratica comune nella regione. Questa abitudine incontrava però delle limitazioni nelle zone vicine ai fiumi, dove il terreno era soggetto alla formazione di laghi e paludi, ostacolando tali attività. Nonostante queste difficoltà, rimangono ancora oggi testimonianze delle abitazioni scavate nella pietra che raccontano questa peculiare tradizione antropologica.
Strabone ci informa che “Mazaka è situata a circa 800 stadi a sud del Ponto, a poco meno del doppio dall’Eufrate” e che “i Mazaceni seguono le leggi di Caronda e hanno un magistrato, chiamato Nomode, che funge da interprete delle leggi, similmente a come lo iureconsulto fa per i Romani”.
Dopo la Guerra Siriaca, i Romani permisero alla Cappadocia, inclusa Mazaka, di mantenere le proprie leggi, ma i locali risposero inviando un’ambasceria a Roma, dichiarando che avrebbero rifiutato la libertà e chiedendo invece di essere governati da un re. Sorprendendo i Romani, questi acconsentirono alla richiesta, permettendo al popolo di eleggere un sovrano, che fu Ariobarzane. Successivamente, sotto il dominio di Antonio, fu scelto Archelao, un sovrano estraneo a quella terra.
A livello culturale, si sviluppò un’immagine negativa degli studenti di Caesarea, ritenuti rozzi nell’apprendimento della lingua attica e privi di una solida tradizione culturale. Questo stereotipo contribuì a far emergere figure come Basilio di Cesarea, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nissa come eccezioni piuttosto che come rappresentanti di una tradizione consolidata. Basilio, in particolare, è il più noto tra i tre, sia per essere stato ordinato vescovo da Eusebio, sia per il suo ritorno alla vita ascetica e soprattutto per la sua lotta contro l’arianesimo e altre eresie sotto l’imperatore Valente. Di molti altri studiosi della regione sono rimasti solo frammenti, rendendoli poco conosciuti al grande pubblico.
In conclusione, Caesarea può essere considerata il gioiello e il vero cuore pulsante della Cappadocia, una regione vista dai Romani e da altri popoli come una conquista cruciale per l’espansione in Asia Minore, grazie alla sua estensione, posizione strategica e ruolo di importante nodo commerciale.