La maestosa Baalbek, l’antica Heliopolis

Oggi ci dirigiamo in Libano, precisamente a Baalbek, situata nella valle della Beqa, a circa 70 km da Beirut e a un’altitudine di 1.200 metri. Baalbek, anticamente conosciuta come Heliopolis, è rinomata per le imponenti rovine di una città romana di grande rilievo. Il suo periodo di massimo splendore risale al II-III secolo, quando divenne un importante centro religioso ed economico del Vicino Oriente.

Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1984, Baalbek rappresenta una delle più significative testimonianze dell’influenza romana in Libano. Durante il periodo romano, sotto il nome di Heliopolis, la città ospitava un grandioso santuario dedicato a Giove Eliopolitano, situato nella provincia romana della Siria.

Secondo lo storico del I secolo Giuseppe Flavio, Alessandro Magno fece tappa a Baalbek durante la sua marcia verso Damasco. In epoca ellenistica, sotto il dominio dei Tolomei e successivamente dei Seleucidi (a partire dal 198 a.C.), la città fu ribattezzata Heliopolis, ossia “città del sole”.

La città di Baalbek cadde sotto il dominio romano nel 64 a.C. grazie a Pompeo, e il santuario principale venne dedicato a Giove, qui venerato con il nome di Giove Eliopolitano. Questa divinità era rappresentata con un copricapo svasato, mentre teneva fulmini nelle mani, affiancato da due tori, simbolo del dio Baal. Altre divinità associate al culto locale vennero assimilate a Venere e Bacco.

La costruzione del tempio di Giove fu completata nel 60 d.C., sotto l’imperatore Nerone, e contemporaneamente venne realizzato l’altare a torre davanti al tempio. Sotto l’impero di Traiano (98-117), furono avviati i lavori per la sistemazione del grande cortile. L’imperatore Antonino Pio (138-161) commissionò la costruzione del grandioso tempio di Bacco, che oggi è ancora in ottime condizioni. Altri interventi, come il tempio di Venere, vennero realizzati durante il regno dei Severi, in particolare sotto Caracalla (211-217). Sotto Filippo l’Arabo (244-249), nativo della vicina Damasco, venne infine costruito il cortile esagonale del santuario.

Heliopolis fu elevata al rango di colonia di diritto italico da Settimio Severo (193-211) con il nome di Colonia Iulia Augusta Felix Heliopolis, diventando il principale centro della nuova provincia di Syria-Phoenicia, istituita nel 194 con capitale a Tiro. Tuttavia, la città cominciò a decadere gradualmente con l’avvento del Cristianesimo e la promulgazione dell’Editto di Milano. Nel 637, Baalbek passò sotto il controllo arabo e sull’antica area templare fu costruita una grande moschea, oggi in rovina.

Nel XVIII secolo, esploratori europei furono i primi a riscoprire le rovine, che per secoli erano rimaste in gran parte sepolte dalla sabbia. Oggi, il sito è completamente visitabile e rappresenta una delle principali attrazioni turistiche del Libano, facilmente accessibile da Beirut e altre città. Tra le rovine spiccano maestosi templi e colonne che raggiungono i 20 metri di altezza, lasciando i visitatori stupiti dalla loro imponenza. Tra gli edifici meglio conservati, il Tempio di Bacco è quasi intatto, mancando solo alcune colonne laterali e parte del tetto, mentre il Tempio di Venere è di dimensioni più modeste.

Passeggiando tra le rovine, si ha la sensazione di trovarsi in una sorta di “Roma lontano da Roma”, ammirando l’immensità e la bellezza del luogo. Tuttavia, un mistero ancora non risolto affascina studiosi di tutto il mondo: il “Trilithon”, composto da tre giganteschi monoliti del peso di 900 tonnellate ciascuno, che costituiscono la base del Santuario di Giove Eliopolitano. A un chilometro e mezzo dal sito, un quarto monolite, del peso stimato di 1.200 tonnellate, rimane parzialmente sepolto, lasciando aperta la domanda su come queste enormi pietre siano state lavorate e trasportate.

Tra le curiosità moderne, ogni anno Baalbek ospita un festival di Musica Internazionale, attirando artisti da ogni parte del mondo e aggiungendo un tocco contemporaneo alla magnificenza antica del sito.

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