Il confine tra la provincia romana di Britannia e la Caledonia era segnato da una massiccia fortificazione in pietra, ordinata dall’imperatore Adriano nella prima metà del II secolo d.C. e nota come Vallo di Adriano (o Murus Hadriani). La Britannia, per la maggior parte sotto il controllo romano, era divisa dall’isola attraverso questa struttura, che faceva parte del limes romano. Il Vallo fu eretto con l’obiettivo di proteggere i territori imperiali dalle incursioni dei Pitti, un’antica tribù che abitava l’attuale Scozia. Questo sistema difensivo è considerato la fortificazione più celebre costruita dall’impero romano in Gran Bretagna.
Nella regione, i Romani eressero diverse fortificazioni, la prima delle quali fu il Gask Ridge in Scozia, situato a nord degli estuari del Clyde e del Forth, nella regione del Perthshire. Questa linea di difesa era costituita da una serie di forti che, con il tempo, persero la loro importanza fino a essere progressivamente abbandonati in favore del più strategico Vallo di Adriano. Alcuni anni dopo la costruzione del Vallo di Adriano, fu eretto un secondo baluardo difensivo noto come Vallo Antonino, tra il Clyde e il Forth, su un terrapieno di zolle di terra. Questo nuovo vallo, sebbene più corto del Vallo di Adriano, aveva una guarnigione di dimensioni simili e presentava una struttura più complessa, con piattaforme per baliste.
La costruzione del Vallo di Adriano fu concepita durante una delle visite dell’imperatore in Britannia, nel contesto dei suoi numerosi viaggi attraverso l’impero. Durante questi viaggi, Adriano esaminava i punti di criticità militare nei suoi vasti possedimenti, che spaziavano dall’Egitto alla Giudea, dalla Mauritania alle altre province conquistate dal suo predecessore, Traiano. Adriano ordinò la costruzione di questa imponente fortificazione non solo per dimostrare la potenza di Roma, ma anche per proteggere i territori romani dagli attacchi provenienti dal nord.
I lavori di costruzione del Vallo iniziarono tra il 122 e il 125 d.C., sotto la supervisione del governatore della Britannia, Aulo Platorio Nepote, e durarono circa dieci anni. Il Vallo seguiva il percorso della Stanegate, da Carlisle a Corbridge, dove già esisteva un limes e alcuni forti ausiliari, tra cui Vindolanda. Questo confine settentrionale dell’Impero romano fungeva anche da dogana per il passaggio delle merci attraverso le sue porte. Conosciuto semplicemente come “Roman Wall” in Gran Bretagna, ancora oggi sono visibili numerosi resti del Vallo e delle sue fortezze. Dal 1987, il Vallo di Adriano è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Il Vallo si estendeva per circa 120 km, partendo dalla località di Wallsend, sul fiume Tyne, dove si trovava il forte di Segedunum, fino a raggiungere la costa del Solway Firth. Lungo tutto il percorso del Vallo, si trovavano numerose fortificazioni, tra cui Pons Aelius, Condercum, Vindobala, Onnum, Cilurnum, Brocolita, Vercovicium, Aesica, Magnis, Banna, Camboglanna, Petriana/Uxelodunum, Aballava, Coggabata e Maia.
Un avamposto, Fanum Cocidi, era situato a nord di Banna. Inizialmente, il Vallo aveva una larghezza di circa 3 metri, che in alcuni punti venne ridotta a 2,5 metri, e un’altezza compresa tra 4 e 5 metri. Lungo il Vallo si trovavano 14 forti ausiliari e 80 fortini, posti a intervalli regolari di un miglio romano ciascuno. Tra un fortino e l’altro, erano posizionate due torrette, utilizzate come punti di osservazione, a testimonianza di un sistema di difesa attentamente progettato, che prevedeva un glacis con un profondo fossato, rinforzato da pali appuntiti; il muro stesso; una strada militare; e un vallum, ovvero un fossato delimitato da due alti argini.
La sorveglianza del Vallo era affidata a vexillationes legionarie e unità ausiliarie dell’esercito, per un totale di circa 9.000 uomini, tra fanteria e cavalleria. Questi soldati dovettero affrontare violenti attacchi nel 180 d.C., e successivamente tra il 196 e il 197, subendo pesanti perdite che indebolirono le guarnigioni.
Durante il regno di Settimio Severo, vennero intrapresi significativi lavori di ristrutturazione del Vallo, spesso danneggiato dalle numerose insurrezioni. Contestualmente, si procedette con una repressione delle tribù locali, che portò a un lungo periodo di pace per gran parte del III secolo. Con il passare del tempo, molti dei soldati della guarnigione si integrarono con le popolazioni locali. Tuttavia, con il declino dell’Impero romano, il Vallo perse la sua funzione. Nei secoli successivi, e fino all’epoca moderna, molte delle pietre che costituivano il muro furono riutilizzate per la costruzione di edifici nei villaggi circostanti.