Il Vallo di Adriano

Vallo di Adriano

Il confine tra la provincia romana di Britannia e la Caledonia era costituito da una imponente fortificazione in pietra voluta dall’imperatore Adriano nella prima metà del II secolo d.C. e da cui prendeva il nome: il Vallum Hadriani, Vallo di Adriano (talvolta Murus Hadriani). La Britannia era per buona parte territorio romano e il Vallo aveva la funzione di dividere in due l’isola, Era parte del limes romano ed era stato costruito per la protezione dei territori imperiali dai pericolosi attacchi dei Pitti, antica tribù che abitava l’odierna Scozia. Esso rappresenta la più famosa fortificazione della storia dell’impero in Gran Bretagna.

Cawfields Mile Caste, Hadrian's Wall, England - panoramio.jpg

Di Jan Hazevoet, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52950198

Nella regione, i romani costruirono alcune fortificazioni, la prima delle quali fu edificata in Scozia, il Gask Ridge, a nord degli estuari del Clyde e del Forth, nella regione del Perthshire, costituito da una serie di forti, che persero importanza, fino al progressivo abbandono in favore del più funzionale Vallo di Adriano, Alcuni anni dopo la costruzione del Vallo, su un terrapieno di zolle di terra, venne innalzato il Vallo Antonino, tra il Clyde e il Forth, con l’intento di implementare le difese del Vallo di Adriano che era 160 km più a sud. Molto più corto rispetto al Vallo di Adriano, aveva però una guarnigione di soldati quasi nello stesso numero. Era anche concepito in modo strutturalmente più complesso, con delle piattaforme per le baliste.

L’inizio della costruzione del Vallo, fu concepita durante una delle visite di Adriano in Britannia, nell’ambito dei suoi numerosi viaggi per l’impero. Egli stava verificando i punti di difficoltà militare nei suoi vasti possedimenti, che andavano dall’Egitto, alla Giudea, dalla Mauritania a tutte le altre provincie conquistate dal suo predecessore Traiano. Adriano ordinò la costruzione dell’immensa fortificazione per dimostrare la potenza di Roma e al tempo stesso arginare gli attacchi da nord. Tra il 122 e il  125 d.C., cominciarono i lavori per la costruzione del Vallo, sotto l’egida dell’allora governatore della Britannia Aulo Platorio Nepote, lavori che durarono per una decina di anni, seguendo il percorso della Stanegate da Carlisle a Corbridge, dove già esisteva un limes e alcuni forti ausiliari, tra i quali Vindolanda. Era il confine più a nord dell’Impero che rappresentava anche una dogana per il passaggio delle merci attraverso le sue porte. Chiamato semplicemente  Roman Wall in Gran Bretagna, ancora oggi sono visibili le tracce del Vallo, caratterizzate da molti resti di mura e fortezze. Dal 1987 è patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Di Mediatus (H.J.)/Wikimedia Commons/CC-BY-SA-3.0 & GFDL, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8179008

Il Vallo si estendeva per circa 120 km, partendo dalla località di Wallsend, sul fiume Tyne, dove vi era il forte Segedunum, fino ad arrivare alla costa del Solway Firth. Oltre a Segedunum, per tutta la lunghezza del Vallo si potevano incontrare numerose costruzioni fortificate: Pons Aelius, Condercum, Vindobala, Onnum, Cilurnum, Brocolita, Vercovicium, Aesica, Magnis, Banna, Camboglanna, Petriana/Uxelodunum, Aballava, Coggabata, Maia. Inoltre, vi era un avamposto, costruito a nord di Banna, il Fanum Cocidi. Il Vallo aveva in origine una larghezza di 3 metri, in seguito ridotta in alcuni punti a 2,5 metri, mentre era alto tra i 4 e 5 metri. Aveva 14 forti ausiliari e 80 fortini vicini alle porte, uno per ogni miglio romano. Tra un fortino e l’altro, vi erano due torrette, costruite come punti di osservazione: nulla era lasciato al caso, il Vallo era osservazione, difesa, dogana. Un sistema di difesa perfetto che vedeva un glacis con un profondo fossato con file di pali appuntiti; il muro; una strada, per lo più a uso militare; il vallum, ovvero un fossato delimitato da due alti argini. Erano le vexillationes legionarie e le unità ausiliarie dell’esercito a sorvegliare il muro, per un totale di uomini che si stima fosse intorno alle 9.000 unità, tra fanteria e cavalleria. Questi soldati sopportarono attacchi molto violenti nel 180 d.C, e poi soprattutto tra 196 e 197, subendo molte perdite che indebolirono le guarnigioni.

Durante l’epoca di Settimio Severo si intrapresero grandi lavori di ristrutturazione del muro, spesso danneggiato da numerose insurrezioni, portando avanti anche una dura repressione delle tribù, che si tramutò in un lungo periodo di pace per gran parte del III secolo. Come spesso accade durante le dominazioni, anche in questo caso molti dei soldati della guarnigione si integrarono con le genti del luogo. Il muro cadde in disuso col declino dell’impero romano. Nei secoli, fino in epoca moderna, molte delle pietre che costituivano la struttura del muro vennero usate nelle costruzioni di villaggi locali.

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