Nel cuore della Tunisia, vicino alla moderna città di Sbeitla, si trova un importante sito archeologico dell’Africa Romana, un tempo sede della fiorente città di Sufetula.
Le prime testimonianze di vita nella zona risalgono a insediamenti punici e alcune stele funerarie di origine incerta. La regione, inizialmente abitata da tribù nomadi, venne definitivamente pacificata e popolata dopo la sconfitta dei Berberi sotto l’impero di Vespasiano e suo figlio Tito, i quali avviarono imponenti opere pubbliche. Inizialmente elevata al rango di municipio e successivamente di colonia, Sufetula prosperò grazie al commercio dell’olio.
Gli scavi archeologici hanno portato alla luce non solo numerose iscrizioni, ma anche diverse presse per la produzione dell’olio, testimonianza del ruolo centrale di questa attività. La ricchezza accumulata consentì alla città di adornarsi con eleganti edifici pubblici, i cui resti maestosi sono ancora visibili oggi, testimoniando l’antico splendore della città.
Il sito archeologico è particolarmente ricco e vanta monumenti di grande importanza, tra cui il Capitolium, composto da tre templi affiancati dedicati alla Triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva). A segnare l’ingresso al Foro vi è la Porta di Antonino, con iscrizioni in onore di Antonino Pio e dei suoi figli, Lucio Vero e Marco Aurelio. Tra le altre strutture si trovano un complesso termale, un teatro, l’anfiteatro in parte ancora sepolto, l’Arco trionfale dedicato ai tetrarchi all’ingresso della città, e numerose abitazioni. Tuttavia, ciò rappresenta solo una porzione del ricco patrimonio archeologico, poiché gran parte della città attende ancora di essere portata alla luce.
Il declino di questo importante centro dell’Africa Romana iniziò nel IV secolo, con l’invasione dei Vandali e il progressivo indebolimento dell’Impero. Successivamente, la città fu riconquistata dai Bizantini, che portarono un nuovo periodo di prosperità. Nel 647, il patrizio Gregorio si trovava a Sufetula quando gli Arabi, arrivati in questa regione dell’Africa, affrontarono e sconfissero le forze bizantine, uccidendo Gregorio nella battaglia di Sufetula. Durante il periodo bizantino, molti dei monumenti romani, ormai in stato di abbandono, furono riutilizzati come fondamenta per edifici religiosi, come la Chiesa di Bellatore, la Chiesa di San Vitale, la Cappella di Giocondo, la Chiesa di Servo e la Chiesa dedicata ai Santi Gervasio, Protasio e Trifone.