Archi e monumenti celebrativi

Archi e monumenti celebrativi

Durante l’epoca repubblicana, nelle città romane iniziò la tradizione di costruire archi e monumenti celebrativi lungo le strade principali in onore dei generali vittoriosi. In certi casi, le porte cittadine potevano assolvere a questa funzione, arricchite con iscrizioni dedicatorie, sculture in rilievo e altri ornamenti decorativi.

Gli archi di trionfo, maestosi ed imponenti, venivano eretti nelle città sia per onorare l’ingresso di imperatori o generali vincitori (arco trionfale), sia come segno di gratitudine per opere pubbliche di grande rilevanza (arco onorario). Durante i primi secoli della storia romana, fino alla fine del I secolo a.C., si faceva uso di strutture temporanee, elaborate e decorate, per celebrare i trionfi militari.

Con il periodo augusteo prese piede una nuova tipologia di arco di trionfo, caratterizzata da dimensioni imponenti e una collocazione isolata nel contesto urbano, conferendogli un aspetto monumentale. Questo non solo decorava l’ambiente circostante, ma simboleggiava anche la forza dell’Impero, sia in Italia che nelle province. Tali archi erano spesso adornati con rilievi in marmo o bronzo, raffiguranti le gesta militari dei comandanti celebrati.

ARCO DI TITO – Di Rabax63 (Diskussion) – Opera propria (Testo originale: Eigene Aufnahme), CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31309658

Inizialmente semplici e con una sola apertura (fòrnice), gli archi si evolsero nel tempo, arricchendosi di passaggi laterali e rilievi decorativi, soprattutto durante il tardo Impero. La parte superiore, nota come attico, spesso ospitava statue e quadrighe condotte dall’imperatore. Tra il I e il II secolo d.C., specialmente sotto l’impero di Traiano, l’arco cominciò a perdere la sua funzione principale di celebrazione del potere politico-militare, concentrandosi maggiormente sui progetti urbanistici e sulle grandi opere infrastrutturali. Un esempio significativo è l’Arco di Traiano ad Ancona, probabilmente progettato da Apollodoro di Damasco, costruito per commemorare i lavori di riassetto del porto promossi dall’imperatore.

Accanto agli archi celebrativi, vi erano anche le colonne onorarie, che venivano erette in luoghi di grande rilevanza simbolica, come il foro, per celebrare vittorie militari. Queste colonne erano riccamente decorate con rilievi scolpiti che narravano le imprese belliche. Secondo Plinio, tale tradizione era già diffusa nel III secolo a.C., durante le prime conquiste romane. Le colonne di Traiano e di Marco Aurelio a Roma rappresentano alcuni dei massimi esempi di arte e propaganda romana, dimostrando il livello artistico raggiunto dalla civiltà nell’arco della sua storia.

A Roma sono giunti fino ai nostri giorni tre archi di trionfo: l’Arco di Settimio Severo, dedicato nel 202-203 d.C. dal senato all’imperatore e ai suoi figli, Caracalla e Geta, per celebrare il successo sulle truppe dei Parti, ottenuto in due campagne militari concluse rispettivamente nel 195 e nel 197-198; l’Arco di Tito, eretto in ricordo della guerra giudaica condotta da Tito in Galilea; e l’Arco di Costantino, un monumento particolare, dedicato dal senato per commemorare la vittoria di Costantino I su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio del 28 ottobre 312. Questo arco, ufficialmente inaugurato il 25 luglio 315, è notevole per le sue decorazioni, che provengono da monumenti più antichi, originariamente dedicati ad altri imperatori.

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