Le Mura Aureliane furono erette tra il 270 e il 275 dall’imperatore Aureliano per proteggere Roma, la capitale imperiale, dalle sempre più frequenti incursioni barbariche. Le precedenti Mura Serviane, costruite nel VI secolo a.C. e che circondavano solo i sette colli, non bastavano più a difendere la città dalle nuove minacce.

Le Porte delle Mura Aureliane
- Porta Flaminia – più tardi conosciuta come Porta del Popolo, segnava l’inizio della Via Flaminia.
- Porta Pinciana – forse un accesso secondario, ampliato durante la ristrutturazione del V secolo.
- Porta Salaria – punto d’inizio della Via Salaria.
- Porta Nomentana – da qui partiva l’antica Via Nomentana; fu poi chiusa e sostituita dalla vicina Porta Pia, nuova via d’accesso alla moderna Via Nomentana.
- Porta Praetoriana – vecchio ingresso ai Castra Praetoria, la caserma della Guardia Pretoriana; fu chiusa da Costantino quando sciolse la guardia.
- Porta Clausa – aggiunta durante il restauro del V secolo.
- Porta Tiburtina – poi conosciuta come Porta San Lorenzo; da qui partiva la vecchia Via Tiburtina (ora Via Tiburtina Antica), mentre la nuova Via Tiburtina si estende più avanti.
- Porta Praenestina-Labicana – ora chiamata Porta Maggiore, segnava l’inizio della Via Prenestina e della Via Labicana e incrociava tre acquedotti.
- Porta Asinaria – punto di partenza della vecchia Via Asinaria e della Via Tuscolana. Oggi è inutilizzata e situata accanto alla più recente Porta San Giovanni, aperta nel XVI secolo; qui parte la Via Appia Nuova.
- Porta Metronia.
- Porta Latina – punto di inizio della Via Latina.
- Porta Appia – punto di partenza della Via Appia Antica; ora conosciuta come Porta San Sebastiano.
- Porta Ardeatina – probabilmente un accesso secondario.
- Porta Ostiensis – oggi Porta San Paolo, vicino alla Piramide Cestia; dava inizio alla Via Ostiense.
- Porta Portuensis – dava inizio alla Via Portuense; demolita e sostituita dalla Porta Portese quando furono costruite le Mura gianicolensi, qualche centinaio di metri più a nord.
- Porta Aurelia – da qui partiva la Via Aurelia; rinnovata con le Mura gianicolensi e rinominata Porta San Pancrazio.
- Porta Settimiana – in seguito inglobata nelle Mura gianicolensi, perse la funzione di bastione.
- Porta Cornelia – poi chiamata Porta S. Pietro, si trovava sulla riva sinistra del Tevere, di fronte al moderno Ponte Sant’Angelo.
Queste porte erano accessi strategici per le strade consolari e offrivano protezione alla città, formando una rete difensiva che ha mantenuto un ruolo essenziale nella storia di Roma.

Nei primi due secoli e mezzo dell’Impero, l’assenza di minacce significative limitava la necessità di cinte murarie e fortificazioni nei centri urbani. Solamente le città situate vicino ai confini o in aree particolarmente vulnerabili erano circondate da mura. Tuttavia, con la crisi seguita alla fine della dinastia dei Severi e il crescente numero di incursioni e saccheggi, tra il III e IV secolo, quasi tutte le città imperiali iniziarono a dotarsi di fortificazioni. Roma stessa non fece eccezione. Durante l’epoca repubblicana, era stata difesa dalle mura attribuite al re Servio Tullio, in realtà costruite all’inizio del IV secolo a.C. Con il tempo, però, queste difese furono abbandonate poiché la città, in espansione continua, si estendeva ormai ben oltre di esse. Nel 271 d.C., l’imperatore Aureliano riconobbe la minaccia di invasioni barbariche come reale, poiché i Germani erano già arrivati vicino a Milano e Verona. Decise così di proteggere Roma con una lunga cinta muraria, costruita in tutta fretta. Alla sua morte, nel 275, i lavori erano quasi completati.
Ancora oggi le Mura Aureliane circondano il centro storico di Roma. Al momento della costruzione, si estendevano per quasi 19 chilometri, con un’altezza di 6 metri e spesse circa 3,5 metri in mattoni. Ogni cento piedi romani (circa 30 metri), le mura erano intervallate da torri quadrate dotate di una stanza in cima per le baliste, macchine da guerra usate per lanciare pietre; in tutto, le mura contavano quasi quattrocento di queste torri. Alcune porte, dall’aspetto monumentale, erano decorate in marmo e presentavano doppi ingressi. Sebbene inizialmente le mura non fossero molto alte, la loro costruzione rapida riuscì comunque a difendere Roma dagli eserciti barbari, privi di strumenti d’assedio. Per accelerare i lavori, gli architetti integrarono strutture già esistenti nelle mura, come la piramide di Caio Cestio, alta 36 metri e rivestita in marmo, eretta tra il 18 e il 12 a.C. come tomba.
Intorno al 310 e successivamente tra il 401 e 402, con l’avanzare dei Goti, le difese furono ritenute inadeguate e vennero rafforzate. L’altezza delle mura fu raddoppiata e il cammino di ronda originale, posto sotto i merli, fu trasformato in una galleria coperta con feritoie; un nuovo cammino di ronda fu aggiunto in cima. Molte delle porte monumentali, dotate di doppio ingresso, furono modificate per ospitare un’unica apertura e rinforzate con una seconda porta interna, collegata da mura a quella esterna, rendendole autonome e fortificate in caso di attacco.