12-19 aprile: Ludi Cereri e Cerealia

Giochi dedicati a Cerere, la dea romana della vegetazione e protettrice delle messi, identificata con la greca Demetra. Questi giochi comprendevano anche i ludi circenses e i ludi scoenici, e come tutti i giochi del mese di Aprile, avevano la funzione di segnare un periodo di allegra rinascita, dopo la “morte” dell’inverno. Tant’è che in questi giorni era proibito vestirsi a lutto, mentre erano ben accetti vestiti bianchi.
I giochi venivano indetti dagli edili plebei, ed esattamente come facevano i patrizi durante i Ludi Megalenses, nei 5 giorni dei Ludi Cereri i plebei s’invitavano a pranzo.
L’unica vittima sacrificale per la dea era la scrofa, dopodiché le si offrivano incenso, farro, mola salsa, ecc. Il culto di Cerere venne introdotto a Roma dietro il consiglio dei Libri Sibillini, che l’indicavano necessaria per evitare una carestia. Divenne una divinità importante nel pantheon romano, ad esempio, nel suo tempio venivano portati i beni di coloro che erano colpevoli di tradimento.
L’ultimo giorno dei ludi, il 19 Aprile, si compiva la festa dei Cerealia, con un rituale particolare: venivano attaccate delle torce accese sul dorso di alcune volpi, che poi venivano fatte correre nel circo. Le donne, vestite di bianco, sacrificavano alla dea senza spargere sangue. Venivano compiuti anche di sacrifici a Libero e Libera, sull’Aventino.
A Cerere si chiedeva di accrescere l’abbondanza dei frutti della terra, pronti per nascere dai fiori germogliati.

Raffigurazione di Cerere nell’ingresso del cubicolo O dell’Ipogeo di Via Dino Compagni, Roma
BIBLIOGRAFIA
- Ferrari, Dizionario di Mitologia, UTET, Novara 2015; • Tito Livio, Ab Urbe Condita, libro XXX, 29, 39;
- Ovidio Nasone, Fasti, libro IV.
Foto anteprima: Di Steffenheilfort – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22612733