Santa Maria Antiqua, situata ai piedi del Colle Palatino, è considerata il più antico e significativo monumento cristiano all’interno del Foro Romano.
Fondata intorno alla metà del VI secolo sulle rovine di un vasto complesso architettonico di epoca domizianea, Santa Maria Antiqua è stata arricchita per circa 300 anni con pitture che riflettono gli stili artistici di varie epoche. Molte di queste decorazioni murali sono ancora visibili e in buono stato di conservazione, offrendo agli storici e ai restauratori preziose informazioni sullo sviluppo storico e artistico del sito. In seguito al terremoto del 847, la chiesa fu sepolta dalle macerie, abbandonata e, secondo la consuetudine romana, utilizzata come base per nuove costruzioni.
L’edificio romano originale aveva una pianta basilicale, con un’aula rettangolare suddivisa in tre navate. Al centro del muro posteriore fu inserita una piccola abside, mentre ai lati del presbiterio si trovano due cappelle laterali. Nel cortile quadrato che fungeva da vestibolo si possono ancora vedere i resti di un impluvium risalente all’epoca di Caligola, nicchie lungo il muro che probabilmente ospitavano statue di imperatori, e tracce di affreschi risalenti al pontificato di papa Adriano I. Sulla sinistra della chiesa, una rampa conduce verso il Palatino.
Fu Giacomo Boni, uno dei più illustri archeologi italiani, a scoprire Santa Maria Antiqua durante i suoi scavi nel Foro Romano. In seguito a questa scoperta, decise di demolire la chiesa barocca di Santa Maria Liberatrice, che era stata costruita sopra l’antica basilica. Dopo oltre 30 anni di restauro e chiusura al pubblico, il 17 marzo 2016 Santa Maria Antiqua fu finalmente riaperta grazie alla mostra “Santa Maria Antiqua. Tra Roma e Bisanzio”, organizzata dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, in collaborazione con Electa.
La mostra attirò un vasto pubblico internazionale, ottenendo grande successo anche grazie all’uso di installazioni multimediali che illustrarono in modo chiaro e coinvolgente la storia della chiesa, rendendola accessibile anche ai visitatori meno esperti. Sebbene la chiusura fosse inizialmente prevista per il 30 ottobre 2016, l’elevato afflusso di turisti spinse la Soprintendenza dei Beni Culturali a prolungare l’apertura fino a febbraio 2017.
Si auspica una futura riapertura della basilica, considerata da alcuni come “la Cappella Sistina dell’epoca paleocristiana”, per permettere al pubblico di riscoprire questo prezioso tesoro storico e artistico.