Il Teatro Marcello

Durante l’epoca repubblicana, i censori vietarono la costruzione di teatri permanenti, poiché la rigida moralità romana considerava gli spettacoli come una minaccia per la virtù dei cittadini. Pertanto, erano consentiti solo teatri temporanei in legno. Tuttavia, verso la fine della Repubblica, Pompeo riuscì a realizzare il primo teatro stabile in pietra. Successivamente, vennero costruiti il teatro di Balbo e quello di Marcello, l’unico ancora visibile oggi tra il Campidoglio e il Tevere. Questo teatro fu iniziato da Cesare, completato da Augusto e dedicato al nipote Marcello.

Fonte: https://www.romanoimpero.com/2009/12/teatro-marcello.html

Dopo la caduta della Repubblica, gli spettatori teatrali raramente potevano assistere a opere di elevata qualità artistica. Le commedie di Plauto e Terenzio erano ormai passate di moda, e le opere di Seneca, destinate a un pubblico colto e raffinato, non riuscivano a coinvolgere le masse. Prevalevano invece pantomime e operette, che mescolavano elementi tragici e comici, poesia e musica. Sebbene alcune di queste composizioni raggiungessero un buon livello artistico, la maggior parte trattava temi avventurosi e galanti, pensati per soddisfare il gusto popolare più immediato.

Fonte: Di Vlad Lesnov, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53176789

Il primo utilizzo del nuovo teatro avvenne nel 17 a.C. in occasione dei Ludi Saeculares. L’inaugurazione ufficiale, avvenuta nel 13 a.C., celebrò l’apertura dell’edificio che poteva accogliere circa 15.000 spettatori. Durante questa cerimonia furono organizzati giochi sontuosi, e il teatro venne dedicato a Marco Claudio Marcello, figlio di Ottavia e nipote di Augusto, il quale lo aveva scelto come suo successore e che aveva sposato sua figlia Giulia. Tuttavia, il giovane Marcello morì prematuramente, causando grande dolore all’imperatore. I primi restauri della struttura furono eseguiti sotto Vespasiano e successivamente sotto Alessandro Severo, con particolare attenzione alla scena, originariamente dritta e ornata da un portico con sei colonne, oggi perduta ma documentata in un frammento della Forma Urbis Severiana, una mappa marmorea dell’antica Roma.

La scelta della posizione per il Teatro fu influenzata dalla vicinanza del Tempio di Apollo, intorno al quale, già in epoca repubblicana, si celebravano i Ludi Apollinari. Del tempio, situato a pochi metri dal Teatro, rimangono oggi il basamento e tre colonne. Le sculture architettoniche del tempio sono un esempio eccellente dell’arte decorativa augustea, rinomate per la loro eleganza, innovazione nelle forme e maestria nella lavorazione. Il tempio attuale non è quello originale, fondato nel 431 a.C. quando il culto di Apollo medicus fu introdotto a Roma durante una grave epidemia, ma una ricostruzione commissionata durante il regno di Augusto da Lucio Sosio, noto non solo per il trionfo celebrato nel 34 a.C., ma anche per il suo legame con questo tempio.

I Romani iniziarono la demolizione del Teatro di Marcello già nel 370 d.C., utilizzando alcuni blocchi per riparare il vecchio ponte Cestio, nonostante gli spettacoli continuassero fino alla metà del V secolo. La distruzione proseguì nei secoli successivi, con il teatro che divenne una base per le nobili famiglie romane durante le loro lotte interne e contro il Papato e l’Impero. Nel XII secolo, il teatro venne trasformato in una fortificazione. Nel 1400, la struttura passò alla famiglia Savelli, che, nel XVI secolo, costruì sopra il secondo ordine di arcate un’elegante residenza progettata da Baldassarre Peruzzi. Negli anni ’30 del Novecento, il teatro fu oggetto di espropri e di lavori che rimossero le numerose botteghe e abitazioni che occupavano le arcate e l’area circostante, restituendo al monumento parte della sua originaria imponenza.

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