Il Tesoro dell’Esquilino

Il Tesoro dell’Esquilino

Il tesoro dell’Esquilino è una raccolta di oggetti in argento di varia natura, composto da un numero di pezzi ancora da identificare che si aggirano tra i 27 ai 31: tra i quali una coppa rituale, piatti da portata, bottiglie, decorazioni per mobilio, finimenti per cavallo e due preziosi scrigni da toeletta rinvenuti fortuitamente nel 1793 durante alcuni scavi effettuati nella zona da cui prende il nome.

Oggetti di pregevole fattura e chiaro valore economico che suscitarono persino l’interesse degli operai addetti ai lavori di ristrutturazione di una proprietà delle Religiose Minime nel moderno Rione Monti, che, dopo averli scoperti, li tennero inizialmente nascosti con l’intenzione di venderli per venire poi scoperti dal vescovo Giulio Maria della Somaglia. Il Prelato li affidò alla cura dell’allora direttore dei Musei Capitolini Ennio Quirino Visconti che ne identificò la datazione e contesto di provenienza; tuttavia non furono ritenuti idonei a far parte del Patrimonio statale e si accordò la loro vendita a peso giungendo, dopo vari passaggi collezionistici, al British Museum di Londra.

Il Tesoro dell’Esquilino

Di Recruos – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=84932171

Benché presentino delle decorazioni pagane, i manufatti furono donati ad una matrona romana di religione Cristiana di nome Proiecta, come chiarisce l’iscrizione SECUNDE ET PROIECTA VIVATIS IN CHRIS incisa sul cofanetto da toeletta, probabilmente in occasione delle sue nozze. L’augurio “Secondo e Proiecta vivete in Cristo” sembra essere infatti riferito ad un’unione coniugale celebrata secondo i riti della nuova confessione che dall’Editto di Costantino e per tutto il IV secolo conquista sempre maggior terreno all’interno delle famiglie nobili di Roma. Su altri pezzi dello stesso “Tesoro”, si legge anche il nome di una certa Pellegrina, forse una nuova moglie che subentrò nella famiglia successivamente, o una discendente di Proiecta. In ogni modo chi deteneva la proprietà degli oggetti alla fine del IV secolo, deve aver voluto proteggere i suoi pregiati averi dalla furia dei Visigoti che nell’agosto del 410 a. C depredarono e uccisero, mettendo a ferro e fuoco la città con il loro famoso “Sacco” dopo due anni di minacce e incertezza politica di cui i cittadini romani erano sicuramente consapevoli.

Il Tesoro dell’Esquilino

Di Jononmac46 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31902974

Si ritiene che Proiecta e Secondo appartenessero alla Gens Turcia, i cui membri arrivarono a ricoprire cariche di prestigio nell’amministrazione imperiale, esponenti di quella nobiltà romana, nata pagana ma ormai convertita al Cristianesimo, che però nella cultura e in taluni usi e costumi mostrava ancora un comprensibile legame e continuità con le sue origini. Le raffinate decorazioni sul cofanetto sono infatti ispirate al mondo pagano, come tutte quelle degli oggetti del “Tesoro” rappresentando la toeletta di Venere come vezzoso riferimento alla routine di bellezza a cui Proiecta si sarà dedicata, come ogni donna romana di alto lignaggio. In realtà, lo stesso possesso di oggetti così raffinati e per giunta legati ad aspetti frivoli della persona, era considerato inappropriato nella Roma del tardo IV secolo, eppure molte famiglie aristocratiche non vollero rinunciare a questi peccati di vanità o manifestazioni di status, seppur contrari ai principi della loro confessione, e questi reperti hanno anche il valore documentario di testimoniare un passaggio storico non privo di contraddizioni e resistenze. Malgrado nel 380 d.C l’Editto di Tessalonica promulgato dall’Imperatore Teodosio mise fine – anche in modo cruento – all’era della Roma pagana, nella realtà quotidiana questa sopravvisse come perpetrarsi di simboli, rituali e consuetudini che furono successivamente accolti e tradotti in iconografia e tradizioni cristiane.

Laura D’Angelo
storica dell’Arte


Foto anteprima: Di I, Sailko, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14797503

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