Durante l’età dei Flavi, le tendenze artistiche subirono un’evoluzione che raggiunse il suo apice sotto il regno di Traiano, con particolare evidenza nel fregio della Colonna Traiana, realizzato in policromia. In quest’opera, gli elementi formali di ispirazione ellenistica si fondono con una composizione tipicamente romana, mirata a esaltare sia l’espressione artistica sia il potere politico, con una notevole attenzione all’espressività e alla profondità psicologica.
Sotto la guida di Traiano, l’Impero romano raggiunse la sua massima estensione territoriale, segnando un periodo di prosperità che favorì l’emergere di una robusta classe media, capace di esprimere le proprie preferenze anche nel campo artistico e architettonico. L’architettura traianea si distinse per le sue opere pubbliche imponenti, diffuse in tutto l’Impero: dai porti di Roma e Civitavecchia in Italia, ai monumenti della penisola iberica, come l’acquedotto di Segovia e il ponte di Alcántara, terra natale di Traiano, fino alle costruzioni nell’Africa romana, come il castrum di Thamugadi.
Tra gli esempi più rappresentativi si annoverano il Foro di Traiano e le Terme sul colle Oppio a Roma, progettate dal fidato architetto Apollodoro di Damasco, che inaugurano un nuovo modello di impianto termale romano, caratterizzato da un monumentale nucleo centrale circondato da ampie aree aperte e multifunzionali.
La straordinaria colonna a spirale ornata di rilievi fu una novità senza precedenti nell’arte antica, segnando un traguardo particolarmente avanzato nel rilievo storico romano. La Colonna Traiana rappresenta la prima volta in cui l’arte romana si manifesta in modo completamente autonomo sotto ogni aspetto, pur mantenendo un saldo legame con il suo ricco passato culturale. Lo stile utilizzato dal creatore del fregio della colonna trae origine dall’arte ellenistica e classica, evolvendosi poi in un linguaggio narrativo proprio della tradizione storica romana, arricchito da motivi ispirati alla quotidianità.
Il rilievo scolpito narra le vicende delle due campagne daciche, avvenute tra il 101 e il 102 e tra il 105 e il 107 d.C., con una narrazione ininterrotta di circa duecento metri. Come osserva Ranuccio Bianchi Bandinelli, questa lunga sequenza non conosce momenti di ripetitività o vuoti narrativi. Lo stile adottato è inedito: un rilievo molto basso, concepito per non disturbare l’armonia architettonica della colonna, arricchito da solchi di contorno che esaltano la varietà dei materiali rappresentati, come tessuti, pelli, alberi, armature, e rocce.
L’espressività del rilievo era ulteriormente accentuata dall’uso della policromia e dall’inserimento di elementi metallici nelle armi. La disposizione della colonna, collocata in un cortile tra i due porticati delle “biblioteche” greca e latina del Foro di Traiano, facilitava la lettura delle scene scolpite.
Durante il regno di Traiano, la scultura occupò un ruolo di grande rilievo, come dimostrano anche le monete dell’epoca che raffigurano il nuovo Foro, ricco di statue e rilievi. Un esempio significativo di questo periodo è il lungo fregio di epoca traianea, originariamente un unico rilievo, che venne successivamente suddiviso in quattro sezioni e inserito nell’Arco di Costantino. Questo fregio, caratterizzato da figure vivaci e scolpite in alto rilievo, è strettamente legato all’arte della Colonna Traiana.
Tra le opere più notevoli di questo periodo spicca l’Arco di Benevento, finemente decorato e ottimamente conservato, eretto per celebrare l’apertura della via Traiana, una variante della via Appia che collegava Benevento a Brindisi. In Dacia, Traiano fece costruire imponenti infrastrutture per le sue campagne militari, tra cui il maestoso Ponte di Traiano sul Danubio, il ponte in muratura più lungo mai realizzato. Inoltre, venne eretto il Tropaeum Traiani, un grande monumento commemorativo dedicato ai caduti delle guerre daciche e alla celebrazione della vittoria finale, situato nei pressi della moderna Adamclisi, in Romania.