Nell’Europa orientale, nei pressi del Danubio, si trovavano numerosi popoli che abitavano in territori noti per il loro terreno difficile e il clima rigido, condizioni che li rendevano ostili ai Romani. Tra questi, i Daci spiccavano per il loro orgoglio e, sotto la guida del re Burebista nel I secolo a.C., stavano riconquistando forza, organizzazione e potere.
Secondo alcune fonti, Ottaviano avrebbe cercato di negoziare un’alleanza matrimoniale con il re dei Daci, offrendo la mano di sua figlia Giulia, allora solo una bambina di 5 anni, in cambio del matrimonio con la moglie del re dacico. Sebbene l’accuratezza di questi racconti sia incerta, è chiaro che i Daci, influenzati dagli eventi dell’epoca cesariana, si schierarono con Antonio. Durante la dittatura di Cesare, i Daci condussero una spedizione militare, culminando in un’incursione ad Apollonia che spinse Cesare a prepararsi per una guerra contro di loro. La fine del regno dacico fu segnata dall’attacco dei popoli vicini, i Bastarni e i Sarmati, che li circondarono. Nonostante la sconfitta, i Daci non si arresero del tutto, pur consapevoli di aver perso parte della loro antica potenza.
I Daci erano insediati nell’odierna Transilvania, e durante l’impero di Nerone, molti di loro furono deportati nei territori romani, dove furono costretti a sottomettersi ai simboli dell’Impero. Durante la dinastia giulio-claudia, si verificarono numerosi disordini lungo la riva sinistra del Danubio, mettendo in difficoltà il governatore della Mesia, Gaio Fonteio Agrippa, che doveva difendere un vasto territorio con solo due legioni e il supporto incerto dei Traci, che non erano completamente fedeli a Roma.
Durante il regno di Domiziano, il re dacico Duras abdicò a favore di Decebalus, che riformò il suo esercito introducendo la disciplina romana. In seguito, Decebalus divenne re “cliente” di Roma in seguito a un accordo con l’imperatore. Tuttavia, quando Oppio Sabino, il nuovo governatore della Mesia, tentò di affrontare i Daci in battaglia, trovò la morte. Anche Cornelio Fusco, comandante delle guardie, perse la vita oltre il Danubio. Fu solo con il nuovo comandante Giuliano che i Romani riuscirono a sconfiggere i Daci nel loro territorio, a Tapae. Nonostante i successi di Giuliano, l’imperatore Domiziano, preoccupato dalla distruzione di una legione da parte degli Jazygi, decise di negoziare una pace con i Daci, che includeva la salita al Capitolio di Diegis, rappresentante di Decebalus, come vincitore. Dopo Domiziano, Nerva, che governò brevemente, concluse la guerra contro i Suebi e i Sarmati nel 97 d.C., prima di lasciare il trono a Traiano.
Nel 101 d.C., Traiano intraprese una campagna contro i Daci, assumendo personalmente il comando delle truppe. Dopo una dura resistenza, la capitale dacica Sarmizegetusa cadde. I Daci chiesero la resa nel 102 d.C., ma furono costretti a rinunciare alla loro sovranità e a sottomettersi alla clientela romana, consegnando tutte le armi. Traiano, grazie alla sua rapidità nel costruire fortificazioni e strade, facilitò l’avanzata delle truppe romane, contribuendo alla vittoria. Tuttavia, i Daci rispettarono solo parzialmente gli accordi di pace, portando Roma a dichiarare nuovamente guerra nel 105 d.C. Molti Daci si arresero senza combattere, e quando Traiano entrò nella capitale per la seconda volta, il re Decebalus si tolse la vita nel 106 d.C., segnando la vittoria definitiva dell’imperatore. Traiano celebrò il suo trionfo a Roma, dove fece erigere il Foro di Traiano e la famosa Colonna Traiana, decorata con scene delle campagne in Dacia.
La Dacia fu quindi trasformata in una provincia romana e popolata da coloni romani. La capitale Sarmizegetusa fu ribattezzata Colonia Ulpia Traiana Augusta Dacica Sarmizegetusa. Sotto Traiano, l’impero raggiunse la sua massima estensione territoriale. Nel sito archeologico di Ulpia Traiana Sarmizegetusa, sono ancora visibili numerose rovine romane, tra cui un acquedotto dell’epoca adrianea, due fori ristrutturati sotto la dinastia dei Severi, un anfiteatro, granai, edifici religiosi, un teatro e numerose strutture residenziali e commerciali. La città sopravvisse per diversi secoli dopo l’abbandono romano, decadendo solo intorno alla metà del IV secolo.