Tra il 95 e il 105 d.C., Roma intraprese un significativo rinnovamento dell’area della Valle dei Fori, che ormai non disponeva più di spazio per nuove costruzioni. Questo intervento iniziò con la rimozione di una parte del pendio del Quirinale, portando via circa 300.000 metri cubi di materiale. Nel 105 d.C., sul terreno liberato, pari a circa 4,2 ettari, fu avviato il cantiere del Foro di Traiano, una delle più grandiose realizzazioni dell’epoca romana, considerata una vera e propria meraviglia del mondo antico.
Oltre alla motivazione celebrativa, la costruzione del Foro di Traiano fu probabilmente determinata dalla necessità di ampliare gli spazi dedicati all’amministrazione della giustizia, che dal Foro Romano si era già in gran parte trasferita al Foro di Cesare e, soprattutto, al Foro di Augusto. Il Foro di Traiano fu inoltre utilizzato per varie funzioni, come la promulgazione di leggi e altre attività amministrative. L’imperatore Marco Aurelio vi organizzò persino un’asta pubblica di beni del palazzo imperiale, al fine di finanziare le campagne militari contro Germani e Sarmati nel II secolo.
Il nuovo Foro di Traiano si distingueva per un ampio spazio rettangolare al centro del quale si ergeva la statua equestre dell’imperatore Marco Ulpio Nerva Traiano (Equus Traiani). Ai lati di questo spazio si trovavano portici con emicicli sui due lati lunghi. Nella parte sud si estendeva un ampio colonnato costruito con marmi colorati, mentre nella parte opposta, a nord, sorgevano la Basilica Ulpia, suddivisa in cinque navate, le due biblioteche, una greca e una latina, con al centro la Colonna Traiana istoriata, e probabilmente un tempio dedicato al Divo Traiano.
La costruzione del Foro fu resa possibile grazie agli enormi bottini di guerra ottenuti durante le campagne militari contro i Daci (101-102 e 105-106 d.C.), che portarono alla loro sconfitta e all’annessione della Dacia all’impero. Questi successi fornirono a Traiano le risorse necessarie per finanziare la monumentale opera del Foro, oltre a numerosi altri progetti pubblici. Al ritorno dalla campagna, a Traiano fu dedicato un grandioso trionfo, con spettacoli gladiatori e corse di carri nel Circo Massimo. In seguito, si decise di costruire un nuovo foro che includesse una colonna celebrativa per commemorare la vittoria.
L’architetto incaricato della realizzazione del Foro di Traiano fu Apollodoro di Damasco, un protetto di Traiano noto per i suoi geniali progetti architettonici, che però cadde in disgrazia durante il regno di Adriano. Secondo i Fasti Ostiensi, il foro venne inaugurato nel 112 d.C. Ancora ben conservato nel VIII secolo, il complesso subì gravi danni a causa del terremoto dell’801, che provocò il crollo di gran parte delle strutture, segnando l’inizio del suo declino.
Nonostante il deterioramento, la Basilica Ulpia e le due biblioteche rimasero in piedi fino al XV secolo, sebbene spogliate di molte delle loro decorazioni. Nel frattempo, il piazzale cominciò ad essere occupato da dimore private e da un mercato.
Recenti scavi hanno permesso di delineare meglio la planimetria del Foro di Traiano. A differenza degli altri quattro complessi forensi di Roma, questo foro non presentava un tempio al centro di uno dei lati della piazza. Le ragioni dietro questa scelta architettonica di Apollodoro rimangono sconosciute, ma al posto di un classico tempio dominante, fu eretta la Basilica Ulpia, che prendeva il nome dalla famiglia dell’imperatore. Gli scavi hanno inoltre rivelato alcune soluzioni architettoniche insolite e particolarmente innovative per l’epoca.