Nel 54 a.C., Cesare decise di acquisire il terreno necessario per la costruzione di un nuovo foro, situato sulla sella che collegava il Campidoglio al Quirinale. Il Foro di Cesare, insieme al Tempio di Venere Genitrice, che ne delimitava il lato occidentale, fu ufficialmente inaugurato il 26 settembre del 46 a.C., nonostante i lavori fossero ancora in corso. Dopo la morte di Cesare, l’opera fu completata da Ottaviano Augusto. Durante il periodo traianeo, il foro subì ulteriori interventi di sistemazione e fu nuovamente inaugurato da Traiano nel 113 d.C., lo stesso giorno dell’inaugurazione della Colonna Traiana, come attestato da un’iscrizione nei Fasti Ostiensi. La piazza fu successivamente ampliata verso ovest con la costruzione della basilica Argentaria.
Dal Carcere Tulliano partiva il clivus Argentarius, una strada che correva tra il Foro di Cesare e le pendici del Campidoglio. Sul lato destro del clivus Argentarius si trovano delle taberne in laterizio e un ninfeo absidato con nicchie per statue, probabilmente risalenti all’epoca traianea.
L’accesso alla piazza avveniva tramite una scalinata in travertino. Sulla sinistra, a un livello superiore rispetto a quello del Foro e situata sopra le taberne, si trovava una grande sala semicircolare, probabilmente utilizzata come latrina pubblica, costruita in mattoni e dotata di un sistema di riscaldamento, come suggerisce la presenza di un doppio pavimento su pilastrini. Lo spazio del Foro era un rettangolo allungato, circondato su tre lati da un duplice portico colonnato.
Al centro della piazza sorgeva la statua equestre di Cesare, mentre il Tempio di Venere Genitrice dominava il fondo della piazza, in posizione assiale. L’accesso al tempio avveniva tramite due scalinate laterali, incassate nell’alto podio di opera cementizia rivestito in marmo. La dedica del tempio a Venere Genitrice fu probabilmente una sorta di “risposta” alla dedica del Tempio di Venere Vincitrice, situato sopra il Teatro di Pompeo, il principale rivale di Cesare.
L’edificio del Tempio di Venere Genitrice presentava otto colonne sulla facciata anteriore e nove sui lati lunghi, mentre il lato posteriore era cieco, configurandosi come un “periptero sine postico.” La cella, coperta da una volta, terminava in un’abside che ospitava originariamente la statua di Venere Genitrice, considerata madre di Enea e mitica antenata della gens Giulia. Questo tempio è tra i primi a presentare un’abside.
Ai lati del Tempio di Venere Genitrice, due scalinate conducevano a un edificio in laterizio, la Basilica Argentaria, composta da una doppia fila di pilastri sormontati da due volte parallele. Scavi successivi hanno rivelato numerose iscrizioni sull’intonaco del muro di fondo, suggerendo che l’edificio potrebbe essere stato utilizzato come scuola.
Il Foro di Cesare era concepito come una piazza lunga e stretta, circondata da portici, con il tempio che occupava quasi interamente il lato minore opposto all’ingresso, fungendo da elemento conclusivo e unificante del complesso. Questa disposizione architettonica aveva una forte connotazione ideologica e propagandistica, volta a esaltare la dea Venere, progenitrice della gens Giulia, e di riflesso, lo stesso Cesare.
La statua equestre di Cesare, collocata al centro del Foro, si inseriva in questo asse sacralizzante. Dal punto di vista architettonico, l’impianto del Foro richiamava le caratteristiche delle piazze forensi costruite nelle colonie romane, che erano composte da portici con tabernae sul fondo, vari edifici pubblici come basiliche civili e curie per le riunioni dei decurioni, e dominate solitamente dal Capitolium, il tempio dedicato alla triade capitolina.